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007 Skyfall: la recensione di Pietro Vega

007 Skyfall: la recensione di Pietro Vega

Giunto al ventitreesimo film, terzo per Daniel Craig, la spia più famosa del mondo comincia a sentire i suoi anni. E’il migliore dei film di Craig, ma non convince appieno. Passata la regia al regista “intellettuale” Mendes, e un film diverso da qualsiasi altro film di 007. Mentre negli altri (anche se non sono un fan della saga, qualcuno l’ho visto) era sempre presente una certa logica e non sempre era presente un cattivo fin dall’inizio, ma ci si doveva arrivare attraverso un indagine al villain, questo Skyfall è più un duello. Anzi, un triello, tra Bond, il suo capo M e Raoul Silva, interpretato da un inedito Javier Bardem, e il film va avanti così, senza colpi di scena a ravvivare la storia, ma con un triello da vincere. E qua cominciano le somiglianza con la saga recentemente conclusa del Cavaliere Oscuro di Nolan. Come il Joker o Bane erano dei veri e propri CATTIVI, e Batman doveva riuscire a sconfiggerli, così succede con James Bond e con il suo di cattivo. Ma non finisce qua: in più Bond è come se inizialmente fosse “sconfitto”, quasi ucciso, e questo sta ad indicare il tono crepuscolare di tutto il film. Però, mentre IL Cavaliere Oscuro Il Ritorno riusciva appieno nel suo intento, questo barcolla, soprattutto nella seconda parte. Dopo i primi dieci minuti con la consueta scena di azione partono forse i migliori titoli di testa della storia del cinema insieme a quelli di Millenium-Uomini Che Odiano Le Donne entrambi i film con Craig, con colonna sonora una delle più belle Bond-Song da tempo. Poi il film comincia per davvero e prende subita una piega di per sé non brutta: “questo non è un thriller che rispetta la logica, ma un thriller di azione movimentata con colpi di scena” sembra dirci il film. Infatti si arriva all’ora e mezza senza intoppi, e il film rispetta la sua promessa. Ma l’ultima ora, e soprattutto l’ultima e infinita sparatoria, non lascia convinti per niente, con tutto che diventa scontato e banale, che prepara per un colpo di scena che poi non c’è… Craig, però, si è finalmente calato completamente nei panni della spia e da’ un’interpretazione tutta sua, anche nell’aspetto del James Bond sconfitto dalla vita (e dalle pallottole). Questo film è una mezza delusione che non lascia gli spettatori soddisfatti, nonostante sia comunque un buon thriller d’azione, anche se due ore e mezza vanno bene per Il Cavaliere Oscuro, ma per questo sono davvero troppe. Il meglio è raggiunto nella fuga per la metropolitana di Silva, il peggio nella resa dei conti senza tensione ambientata in una chiesa. Judi Dench è brava come sempre anche se un po’ “caricata”, mentre Javier Bardem le sta dietro come cattivo mezzo matto e mezzo sfigurato (altro particolare che ci ricollega a Batman…), e Ralph Fiennes bravo nella sua piccola parte. La riscrittura della sceneggiatura da parte di John Logan, sceneggiatore di grande talento, non ha giovato più di tanto. Infine, Javier Bardem biondo…è proprio brutto.
VOTO: 2 E MEZZO SU CINQUE

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