Act Of Valor: la recensione di Francesca Romana Moretti

Cominciamo dagli ingredienti. In Act Of Valor ci sono: l’eroismo, la tattica, le coinvolgenti sequenze di combattimento, l’alto spirito patriottico, il lato umano dei soldati, la lotta al terrorismo e soprattutto proiettili e munizioni come se piovesse: il prototipo del film di guerra made in USA.
Il film racconta la missione di un gruppo di Navy Seal americani per liberare un’agente della CIA rapita in Sudamerica. A missione compiuta, però, la situazione si complica ed emergono i progetti di cellule terroristiche sparse in tutto il mondo. Da qui la missione si allarga a dismisura e il gruppo dovrà fare di tutto per evitare che i terroristi attuino i loro piani distruttivi.

Di sicuro la storia non è nuova, ma l’originalità di Act Of Valor sta nell’aver usato, come protagonisti del film, una vera squadra di Navy Seal; 9 autentici soldati a cui è stata data carta bianca nel decidere come rappresentare cinematograficamente quello che hanno “passato” nelle loro missioni. Questo fa sì che il film assuma un aspetto piuttosto realistico in molte scene d’azione, grazie anche alle telecamere montate sugli elmetti dei soldati, che fanno vivere in prima persona alcune sequenze.
Gli “attori-soldati” si muovono come se stessero realmente sul campo, con i loro codici e le misure di sicurezza che li contraddistinguono: gli sguardi e le espressioni sono quelli di chi sta rischiando la vita sul serio e, se questo rende il film coinvolgente, d’altro canto ci fa porre domande su come dei soldati professionisti, con tanto di decorazioni al merito, possano anche essere attori consumati.

Il coinvolgimento nelle scene d’azione si perde tuttavia quando la missione si amplia e la zona d’intervento non è più solo il Sudamerica, ma si arriva anche in Russia, in Cecenia, in Africa, nelle Filippine e in Messico: la mancanza di scansione temporale e il voler a tutti i costi descrivere ogni fase della missione, tende a mettere forse un po’ troppa carne al fuoco, rischiando di far perdere di vista quello che era l’intento principale del film, ovvero seguire nel dettaglio la vita di un marine in missione segreta.
Act Of Valor si propone poi di valorizzare il backgorund dei soldati mostrando le loro famiglie e come queste vivono durante la loro assenza. Anche questo intento, però, viene ridotto all’osso (fondamentalmente i primi dieci minuti e gli ultimi cinque), attraverso la proposta di luoghi comuni che lasciano ben poco all’immaginazione.

Nel complesso il film appare tecnicamente buono e riuscito nel suo scopo di intrattenere e trasmettere il forte spirito patriottico di cui sono capaci i marines, ma lascia la sensazione che un taglio documentaristico gli avrebbe giovato maggiormente, lasciando perdere tutto il corredo di sfacciate elegie patriottiche.

Leggi la trama e guarda il trailer del film

Mi piace: il realismo “in soggettiva” delle missioni

Non mi piace: manca originalità, e la retorica patriottica a tratti è veramente eccessiva

Consigliato a chi: agli appassionati di war movie che apprezzano l’azione realistica

Voto: 3/5

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