Alì ha gli occhi azzurri: la recensione di Giorgio Viaro

Alì ha gli occhi azzurri di Claudio Giovannesi è una storia di ragazzi, 16 anni alla periferia di Roma. Alì è musulmano di seconda generazione, e non trova un posto nel (suo) mondo: si incazza con l’insegnante per il crocefisso appeso in aula, ma si incazza pure con i genitori che gli impongono – per religione – di lasciar perdere Brigitte, la sua ragazza, o non rimette piede a casa.

Gira sempre, e si fida, accanto all’amico Stefano, ma quando quello ci prova con la sorella quasi lo ammazza, che far coppia va bene per lui, non per la più piccola: “è così e basta”. Orgoglioso, arrabbiato, delinquente per abitudine ma senza talento (rapina una tabaccheria, poi una prostituta, sempre con l’affanno) – disposto perfino a medicare e a dormire per strada piuttosto che scusarsi con i suoi – non è un modello di figlio, studente o cittadino, è solo quello che è (in tutti i sensi: i ragazzi del film, attori non professionisti, mettono in scena loro stessi).

La sua storia è inserita in quella di un quartiere, di un immaginario, di un intero momento storico e sociale: le dinamiche di scuola (i prof invisibili, senza autorità), di branco (la discoteca la mattina presto, di giorno feriale) e di razza (i rumeni, incomprensibili e spaventosi), che si sciolgono davanti alle esigenze della vita, le cose ovvie dell’essere adolescenti (il primo amore, la prima scopata, l’amico che è stato scaricato, il ragazzo rumeno che vuole far parte del gruppo).

Gran film realista (fa il paio con L’intervallo, ma è assai meglio), pasoliniano fin dal titolo, sulle improbe fatiche dell’integrazione culturale (e del crescere), il lavoro di Giovannesi non lascia suggerimenti, fotografa e basta: Alì ha gli occhi azzurri, ma perché indossa le lenti colorate.

Leggi la trama e guarda il trailer del film

Mi piace
Film realista, e toccante, come non se ne vedevano da tempo. E c’è persino un po’ di thriller

Non mi piace
Il documento è vividissimo, ma manca una chiusa ottimista, una proposta

Consigliato a chi
A chi ha ama il cinema che racconta la realtà con sensibilità e intelligenza, senza preconcetti

Voto: 4/5

© RIPRODUZIONE RISERVATA