Benvenuto presidente!: la recensione di Andrea Facchin

Un giorno sei un bibliotecario disoccupato che passa il tempo libero a pescare, e il giorno dopo, a causa di un grosso equivoco parlamentare, ti ritrovi presidente della Repubblica Italiana. Giusto un piccolo cambiamento di vita, che sconvolge improvvisamente l’esistenza di Giuseppe Garibaldi, il protagonista di questa nuova commedia di Riccardo Milani (Piano, solo, Il posto dell’anima, La guerra degli Anto’, Auguri professore). Strappato alla sua vita tranquilla, Giuseppe viene scaraventato all’interno di un mondo fatto di regole ferree, che a dispetto degli inutili tentativi di controllo del vice segretario generale Janis Clementi (Kasia Smutniak), sconvolge con la sua ingenuità, spensieratezza e ottimismo. Tra leggi incomprensibili da firmare, incontri diplomatici che finiscono con canti e balli sui tavoli, e macchinazioni ai suoi danni, da perfetto pesce fuor d’acqua, pian piano si trasforma nell’idolo delle folle, trovando anche spazio per l’amore.

Benvenuto presidente! è una favola leggera ed estremamente attuale, che esplora con sguardo ironico il rapporto tra la politica e cittadini. Il rischio di sfociare (e naufragare) nella retorica c’era tutto, ma viene in gran parte aggirato grazie ad un ritmo comico sempre ad alti livelli, che regala gag che lasciano il segno (Bisio che va in giro per i corridoi del Parlamento in rollerblade). Il merito è, ovviamente, di Claudio Bisio, autentico mattatore, ma anche del cast di supporto, in cui spicca Kasia Smutniak, abile nel districarsi tra le molteplici sfaccetature del suo personaggio, inflessibile nume tutelare del protocollo da una parte, scatenata e trasgressiva anima hippie dall’altra (è stata concepita ad un concerto di Janis Joplin…).

Il limite della pellicola, invece, è nell’evoluzione del protagonista stesso: durante la vicenda non c’è mai un momento in cui Giuseppe crolli per davvero. Il suo è un viaggio dell’eroe che manca della classica grande prova da superare. O meglio, la prova c’è, ma è sviluppata in modo sbrigativo. Questo aspetto influisce negativamente sulla caratterizzazione del personaggio, che per essere un uomo comune se la cava fin troppo bene in una posizione per cui è totalmente inadeguato, perdendo, alla fine, un po’ di concretezza.

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Mi piace
Il ritmo comico sempre alto, grazie ad un Claudio Bisio in gran forma e ad un ottimo cast di supporto

Non mi piace
L’evoluzione del protagonista

Consigliato a chi
Cerca una commedia “politica” ma leggera

Voto: 3/5

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