Capodanno a New York: la recensione di Silvia Urban

Se stiamo guardando una commedia e per ridere dobbiamo aspettare i titoli di coda, il dubbio che qualcosa non abbia funzionato come previsto è più che lecito.
Capodanno a New York non può certo essere considerato un film riuscito. Piuttosto un pastiche che si serve di un cast fin troppo allargato per far vivere sullo schermo storie e temi troppo diversi tra loro ma forzatamente correlati.
La formula è la stessa di Appuntamento con l’amore. In effetti, era stato lo stesso regista, Garry Marshall (che fine ha fatto il “papà” di Pretty Woman?, viene da chiedersi), a presentare Capodanno a New York come sequel ideale di quella pellicola. Se nel primo episodio era San Valentino, qui sono New York, la sua magia e l’attesa del nuovo anno a creare la scacchiera su cui le varie pedine in gioco si muovono e intrecciano le loro esistenze.
Marshall non ha voluto farsi mancare niente. C’è l’amore, ovviamente, declinato secondo diverse formule: quello che nasce in ascensore e prosegue su un palco (è la storia di Ashton Kutcher/Randy e Lea Michele/Elise), quello delle favole con tanto di principe azzurro (Josh Duhamel/Sam) e principessa che arriva all’appuntamento in carrozza (Sarah Jessica Parker/Kim), quello che non si scorda mai, ovvero il primo (di cui è “vittima” Abigail Breslin/Hailey) e quello apparentemente finito ma pronto a riscoppiare (come può Katherine Heigl/Laura resistere al fascino di Jon Bon Jovi/Jansen?). C’è la vita che si spegne (quella di Robert De Niro/Stan Harris, minata dalla malattia) e quella che nasce (Jessica Biel/Tess Byrne, complice un ricco premio in palio, ce la mette tutta perché suo figlio sia il primo nato dell’anno). Ci sono l’ombra della guerra e l’orgoglio patriottico, che passano attraverso uno schermo (Halle Berry/Aimee è costretta a collegarsi a Skype per festeggiare il Capodanno con il proprio amore, un soldato in servizio). C’è il rapporto genitori-figli (quello più maturo della coppia Bob De Niro-Hilary Swank e quello più contrastato della Parker con la figlia adolescente Breslin). E c’è la libertà (quella che finalmente sperimenta un’insicura cronica come Michelle Pfeiffer/Ingrid, grazie a un giovanotto che ancora porta su di sé i segni di High School Musical, Zac Efron/Paul: la storia più divertente).
E poi c’è la retorica, in gran quantità. Del resto, quale miglior pretesto di un intoppo nell’ingranaggio della sfera luminosa con cui ogni anno si saluta il nuovo anno a Times Square che improvvisamente si blocca, lasciando tutti col fiato sospeso, per ribadire quanto sia importante nella vita fermarsi per riscoprire l’amore attorno a noi e ritrovare la speranza?

Leggi la trama e guarda il trailer del film

Mi piace
Le simpatiche interpretazioni di Michelle Pfeiffer e di Jessica Biel, la cartolina di New York, i titoli di coda

Non mi piace
L’eccesso di “zucchero” e di retorica

Consigliato a chi
Ama le storie spudoratamente romantiche e non ha programmi per Capodanno

Voto
2/5

© RIPRODUZIONE RISERVATA