Captain America: Il primo vendicatore: la recensione di Viola96

Annunciato come il miglior cine-fumetto prodotto dalla Marvel,”Capitan America-Il primo vendicatore” è probabilmente uno dei punti più bassi in cui è caduta la Marvel,nel produrre film sempre meno interessanti.Dopo il grazioso “Thor”,personaggio difficile da riportare su film,così come Capitan America,il nuovo film dedicato al supereroe a stelle e strisce,doveva essere una nuova frontiera per i fan del famosissimo fumetto,oltre che un grande veicolo commerciale.Ma se commercialmente ha vinto le attese(Solo in Italia ha incassato dieci milioni),artisticamente è un’opera che risente inevitabilmente del peso degli anni di Storia che si porta affianco.Dopo un incipit interessante,viene presentato un personaggio statico:Giovane,magro,basso,sfigato con le donne.Si vuole arruolare per servire il suo paese.Siamo negli anni 40′,badate bene.La Seconda Guerra Mondiale impazza,ma qui di guerra non se ne vede.L’unica minima cosa riattaccabile alla guerra è un addestramento che somiglia più a “Scuola di Polizia” che a “Full Metal Jacket”,dove l’uomo comune viene scelto per la missione eccezionale e trasformato in un super-soldato.La parabola della rivincita dell’uomo comune non funziona per bene,e la risibile linea di confine tra fantascienza e vicenda al massimo veritiera viene battuto.Nel film si presentano alcune incongruenze stilistiche notevoli.Nonostante la prima parte non sia proprio provocante,la vicenda prende una piega diversa dopo la trasformazione del protagonista e la morte del suo “Maestro”(uno Stanley Tucci che sembra Stanley Kubrick).Partito per la guerra come super-uomo incontra il suo avversario,il temibile(?) Teschio Rosso,che ha creato un’associazione contro il nazismo atta al dominio del mondo.La guerra,come ho detto è solo di passaggio e il protagonista si muove con uno scudo indistruttibile su una moto disintegrando nemici e salvando il suo paese.La parte romantica della storia purtroppo è fallita totalmente e gli effetti speciali,che dovrebbero tappare i buchi narrativi della storiella.”Capitan America” è un semplice blockbuster senza scrupoli,che risente della sudorazione delle proverbiali sette camicie del regista,per realizzarlo,a causa di una durata molto eccessiva e della mancanza totale di stimoli.L’ambientazione è diseguale:Mentre da una parte si ha l’impressione di un’America delusa e disillusa,dall’altra si vede un mondo di macchinari straordinari.E vabbè che è un blockbuster,ma manca la realtà e la grinta.”Capitan America” è deludente sia per le scarse citazioni(Indiana Jones su tutti),sia per il prevedibile finale,sia per il colpo di scena che sta a manifestare la possibilità di vedere un eroe nel nostro futuro.Una produzione meccanica per un film dalle enormi pretese e promesse.Promesse,purtroppo,non mantenute.

© RIPRODUZIONE RISERVATA