Come ti rovino le vacanze: la recensione di Andrea Facchin

C’era una certa magia ipnotica nelle commedie di John Hughes che rendeva quei film accessibili a tutti. Caratteristica percepibile (anche) nella saga di Vacation, franchise che raccontava le folli gesta di Clark Griswold (Chevy Chase) e parenti, famiglia sgangherata quanto vicina alla normalità e quindi facilmente empatica. John Francis Daley e Jonathan Goldstein, futuri sceneggiatori del reboot di Spider-Man, ne firmano una sorta di sequel con Ed Helms nei panni di Rusty Griswold, primogenito del protagonista dei film di Hughes, che insieme a moglie e figli si imbarca in un viaggio on the road verso Walley World, il mitico parco di divertimenti già punto di arrivo dell’originale anni ’80 e che oggi vanta un’attrazione dal chiaro richiamo giurassico: il Velociraptor.

«Stavolta sarà tutto diverso» assicura Rusty ai suoi, e in effetti lo è. A partire dai titoli di testa, una gallery fotografica in stile Una notte da leoni che immortala attimi tragicomici di famiglie in vacanza. Rispetto agli anni ’80 la comicità è cambiata, così come il suo taglio demenziale, che mira sempre più all’osceno: qui le gag vertono su sesso, omosessuali ed etero, uomini superdotati (Chris Hemsworth, che aspettiamo con ansia in un ruolo comico da protagonista) e scene “da vomito” in stile Esorcista (colpa di Christina Applegate che esagera con la birra). Tutto in linea con il senso dell’umorismo moderno, ma nella sua versione più dozzinale. Il viaggio da incubo dei Griswold 2.0 si riduce presto a una sequenza di situazioni imbarazzanti (più disavventure a episodi che parte di un sistema narrativo coeso) che peggiorano a ogni chilometro secondo copione. Helms dovrebbe dettare il ritmo, ma non riesce – perché forse non vuole – a scrollarsi di dosso lo Stu della trilogia di Judd Apatow, ossia il personaggio sfigato/passivo (è il pilota di una semi-sconosciuta compagnia aerea low coast) che quando sbotta, sbotta per bene.

Questi nuovi Griswold sono sì bizzarri, ma forse lo sono troppo rispetto agli originali, perché a differenza di questi ultimi non riescono mai a trasmettere una vera sensazione di unità famigliare, elemento chiave per la piena riuscita del progetto.

Kevin Feige vorrebbe dare al nuovo Uomo Ragno un taglio proprio in stile Hughes. Ci auguriamo che Daley e Goldstein, per il cinecomic, riescano a rispettare in modo più fedele e convincente le atmosfere indimenticabili del regista.

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Mi piace:
Chris Hemsworth e le sue doti da comico: non c’è soltanto Thor.

Non mi piace:
Gag piuttosto banali e discontinue: a volte si ride, spesso si sbadiglia.

Consigliato a chi:
Pensa che un viaggio on the road sia la soluzione migliore per unire la famiglia.

Voto: 2/5

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