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Dallas Buyers Club: la recensione di Dolby MOVIE 5.1

Dallas Buyers Club: la recensione di Dolby MOVIE 5.1

DALLAS BUYERS CLUB

voto 8/10

“A volte mi sembra di lottare per una vita che non avrò tempo di vivere “.

Siamo a metà degli anni 80’, anni in cui ancora dell’AIDS si sapeva e si parlava poco o nulla, anni in cui i pregiudizi e le false credenze su questa malattia spopolavano negli States come nel resto del mondo. Quella che era creduta una problematica esclusiva dell’ambiente gay, si poteva invece semplicemente diffondere anche tramite un rapporto etero non protetto, e a farne le spese è proprio il rude elettricista texano Ron Woodroof, che una volta scoperto di aver contratto la sindrome da immunodeficienza acquisita, comincia una lotta su due fronti : quella contro le case farmaceutiche e la FDA ( Food and Drug Administration ) che fanno del profitto la loro unica ragione di vita, e quella più personale contro la sua malattia, allungando a ben 7 anni i 30 giorni di vita che i medici gli avevano sentenziato.
Il tempo in più che il protagonista grazie alle sue cure fai da te si guadagna lo aiuta nell’ assistere altri malati, e lo cambia, lo fa maturare. Quello che prima era un uomo che viveva solo di droga sesso e alchool, omofobo e scontroso, comincia ad accettare la sua malattia, combatte per sé stesso e per gli altri, che siano omo o etero, che siano americani o clandestini, contro un nemico che se da un lato distrugge sempre di più il suo corpo, dall’ altro lo aiuta a purificare la sua anima.
Cosa si può trovare che non va nel film di Jean-Marc Vallée? Nulla, perché ottime sono le prove di un Mattew McConaghuey che con la sua interpretazione ( notare i 20 kg persi dall’ attore per la parte ) deve soltanto attendere la notte del 2 Marzo per un Oscar che sembra essere già assegnato, e di un Jared Leto, nella parte del transgender Rayon e socio di WoodroofMcConaghuey nella distribuzione ad altri malati di AIDS dei medicinali non approvati dalla FDA ma molto preziosi per la loro salute, che dimostra di essere uno dei personaggi più poliedrici del mondo dello spettacolo (ascoltatevi i 30 Seconds to Mars e guardatevi altre sue interpretazioni come “Requiem for a dream” se volete conferma). Ottima la sceneggiatura che riprende una storia realmente accaduta, e bellissimi anche i brani che compongono la colonna sonora, di cui la versione acustica di “City of Angels “ proprio dei 30 Seconds to Mars è la ciliegina sulla torta. Se “Philadelphia” e Tom Hanks avevano fatto incetta di titoli nel 1993, la pellicola di Vallèe e McConaghuey non saranno sicuramente da meno.

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