Diario di una schiappa – Portatemi a casa

 Le avventure di Greg le conoscono ormai in tanti, bambini e ragazzi, e non solo per i divertenti libri di Jeff Kinney. Dal 2010 ad oggi sono infatti stati realizzati già ben tre film – Diario di una schiappaLa legge dei più grandi Vita da cani – con protagonista un ragazzo della scuola secondaria di primo grado (le nostre medie, per intenderci) che è una vera schiappa. Nel senso che gli va tutto storto nonostante faccia di ogni per diventare popolare.

Con questo quarto capitolo, Portatemi a casa, Greg esce per la seconda volta dalle aule scolastiche per raccontare le sue vacanze estive, dove gliene succedono davvero di tutti i colori. Greg si sente in trappola, costretto a un claustrofobico viaggio di tre giorni on the road  con i genitori che ascoltano soltanto canzoni delle Spice Girls, con un fratello più grande che lo deride e uno più piccolo che strilla continuamente. Per di più la madre ha bannato la tecnologia, sequestrando a tutti gli smartphone per costringere la famiglia a sentirsi unita.

 

Da qui si snoda la riflessione centrale del film, celata dietro alla superficie delle disastrose vacanze di Greg che arriva a manomettere il navigatore della macchina per farsi portare alla fiera dei fumetti di Indianapolis dove deve incontrare il suo idolo, un grasso youtuber che trascorre il suo tempo a giocare ai videogiochi e a insultare i suoi fan. Che cosa rende davvero unita una famiglia? Basta costringere tutti a non postare sui social o mandare messaggi su Whatsapp per sentirsi un gruppo unito? Ovviamente no. L’esperienza, la condivisione, ma soprattutto fare squadra contro la famiglia Barbù (che li ha presi di mira dopo un’incomprensione e che ha rubato loro tutte le valigie con dentro l’album da regalare alla bisnonna di novant’anni) farà sì che sia Greg che gli altri riescano a vivere in armonia la famiglia.

Ma non solo. Il capitolo di Diario di una schiappa, confezionato come una commedia degli eccessi (tra battute, gag e scene parossistiche), è l’occasione per affrontare tanti temi importanti per i ragazzi in età scolare: il gap generazionale tra genitori e figli, l’incomprensione di cui si sentono vittima i ragazzi, il fenomeno del divismo su YouTube e la celebrità a ogni costo. Greg ammira MacDigby, un insopportabile influencer del web, e farà di tutto per poterlo incontrare così da poter essere ammirato da tutti. Quello che ancora non sa è di essere già diventato a sua volta un fenomeno della rete grazie al video postato dal fratello in cui combatte contro un pannolino sporco appiccicatoglisi alla mano (da qui il suo nuovo soprannome Manolino). Una feroce critica al facile divismo da web che eleva a star persone che spesso dimostrano di non avere alcun talento o capacità.

Il film funziona, per tutto il tempo: fa ridere e riflettere grazie anche a un cast tutto rinnovato e azzeccatissimo. Tutti gli attori dei vecchi film, ormai troppo cresciuti, sono stati sostituiti e l’amalgama tra i componenti della nuova famiglia Heffley è perfetta. Questa volta nei panni di Greg c’è Jason Drucker, in quelli della mamma si è calata Alicia Silverstone, il papà è Tom Everett Scott, il fratellino Manny è interpretato dai gemelli Dylan e Wyatt Walters mentre nel ruolo di Rodrick si è calato Charlie Wright. Ed è soprattutto lui a spiccare su tutti, grazie alla sua incredibile fisicità comica.

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