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Dietro i candelabri: la recensione di Tim_DarkShadows

Dietro i candelabri: la recensione di Tim_DarkShadows

Dopo aver annunciato di un probabile ritiro, il regista Steven Soderbergh dopo aver realizzato l’intrigante thriller “Effetti collaterali” si cimenta con una storia d’amore, e sembrerebbe che dopo numerosi fiaschi Soderbergh abbia trovato il giusto modo di calibrare le emozioni e un equilibrio maggiore nelle sue opere. Per narrare della storia d’amore tra il pianista Liberace e la sua guardia del corpo Scott Thorson il cineasta ingaggia Michael Douglas e Matt Damon, che sono stati in grado di formare un buon duetto sulla scena.

Nell’estate del 1977 Liberace (Michael Douglas) conosce Scott Thorson (Matt Damon), ragazzo molto più giovane di lui, con il quale intratterrà una relazione amorosa che durerà per ben 5 anni fino alla durissima separazione finale.

Soderbergh ci offre un quadro completo del pianista, il suo aspetto sulla scena, i suoi retroscena, le sue virtù e i suoi vizi, non limitandosi anche a rendere in alcuni casi odioso il suo protagonista, e per farlo oltre che a servirsi di due bravi attori per protagonisti che sono riusciti a forma un’alchimia che funziona, il regista punta molto anche sulle scenografie, sulla colonna sonora, sul trucco e sui costumi per raccontare nel profondo il virtuoso pianista. Spesso però lo script cade nella monotonia, Soderbergh si fa prendere dall’enfasi e qualche volta annoia lo spettatore e se questo film è un netto passo avanti nella sua carriera il regista deve ancora perfezionare qualcosina per realizzare un prodotto che rappresenti la sua visione del cinema, speriamo che il suo prossimo film sia ancora meglio dei suoi lavori precedenti. Nel complesso questo film, prodotto per la televisione e presentato in concorso al Festival di Cannes di quest’anno, si segue in maniera scorrevole.

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