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Django Unchained: la recensione di Marco Gugliandolo

Django Unchained: la recensione di Marco Gugliandolo

Django Unchained è l’ennesima prova del genio di Quentin Tarantino.Un grande omaggio al genere italiano degli spaghetti western.Sin da subito partono le citazioni a capolavori del passato,dagli schiavi incatenati che ci riportano allo Spartacus di Kubrick ai primi piani di Sergio Leone.Ancora una volta Tarantino ci dimostra di saper stare dietro la macchina da presa con una regia unica ed eccezionale.La cosa che colpisce di più sono i dialoghi (tarantiniani al 100%).Personaggi così ben delineati non si vedevano dai tempi di Pulp Fiction.Notevole anche la colonna sonora che varia da brani del maestro Morricone a pezzi rap (in uno spaghetti western!!!Ecco perché Tarantino è un genio).Gli attori sono spettacolari,recitazione da brividi.Waltz..bè ancora una volta si aggiudica l’Oscar dimostrandosi un grandissimo attore e non solo,ma anche molto versatile (oltre all’accento tedesco con Hans Landa non ha nulla in comune).Io avrei dato l’Oscar anche a Di Caprio che qui ci regala un’interpretazione magistrale del ferocissimo Calvin Candie.Questo film inoltre segna il ritorno di Jackson,attore feticcio di Tarantino.Sotto quel pelo bianco e le folte sopracciglia rimangono gli stessi occhi di un tempo.A tratti sembra di rivederlo in giacca e cravatta recitare il celebre monologo di Ezechiele 25-17.
Il doppiaggio italiano,che il più delle volte rovina i film,questa volta riesce invece a distaccarsi pochissimo dalle interpretazioni originali.Il film non manca delle classiche e ormai celebri situazioni alla Tarantino.Vi ricordate di quando Jules e Vincent si presentano a casa di Brett?o di quando Mr.Blonde tortura il poliziotto Marvin Nash?ecco in Django Unchained alcune scene possono essere paragonate a queste.Questo film su una scala da 10 prende 11.Tutti dovrebbero vederlo per farsi un’idea di cosa sia il cinema.

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