Dylan Dog: la recensione di Luca Maragno

L’amato Dylan Dog dei fumetti che tutti conosciamo è completamente stravolto, senza Groucho, senza Londra, senza Bloch. Fa fuori mostri, vampiri e lupi mannari ricordando più Tex Willer che il riflessivo indagatore dell’incubo dei fumetti. E lo fa sfoggiando un impianto produttivo che ricorda una puntata di un serial tv più che una pellicola cinematografica. Insomma, siamo dalle parti di Buffy, ovvero di un horror che non fa paura, ma che tutt’al più vi strapperà qualche risata. Voluta, nel caso di alcuni siparietti grotteschi, involontaria, quando vi troverete di fronte a personaggi che hanno il nome di Bonelli e Sclavi (ovvero l’editore e l’autore del fumetto).

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Mi piace
Il personaggio di Marcus, l’aiutante zombie di Dylan: crea una serie di gag surreali perfettamente in tema con le atmosfere del fumetto originale.

Non mi piace
Che non si abbia avuto il coraggio di sfruttare una licenza con potenzialità ben più ampie.

Consigliato a chi
Agli amanti di Dylan Dog: è pur sempre un evento che ne sia stato fatto un film.

Voto: 1/5

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