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Glass: la recensione di vonshuber

Glass: la recensione di vonshuber

Un film da sì.
Riduttivo declassarlo allo status di cinecomic,ambizioso definirlo drammatico\psicologico e del tutto arrogante cercare forzatamente di trovarne una collocazione.
“Glass” è il terzo capitolo conclusivo di una non dichiarata trilogia,fugge dalla tripartizione classica attraverso il plot twist geniale del suo precedente e grazie anche alla lunga parentesi temporale di 19 anni interposta fra il primo e il terzo film ha permesso di costruire un universo postumo fungendo da collante. Se infatti “Unbreakable” e “Split” godevano di una indipendenza propria “Glass” trova in questo il suo limite più grande .
Ritroviamo David Dunn,Elijah Price e Kevin Wendell Crumb( Bruce Willis,Samuel L. Jackson e James McAvoy) detenuti in un istituto psichiatrico a combattere la più massacrante ma anche la più comune delle battaglie che ogni giorno dobbiamo affrontare almeno in un momento : La mancanza di fiducia nei propri “(super)poteri”. La dottoressa Ellie Stample è il seme del dubbio e Shyamalan ci regala l’ennesimo,inaspettato e originale cambio di prospettiva della vicenda deludendo le aspettative di chi voleva il millesimo baraccone Marvel\Dc prendendosi i suoi tempi (lunghi,veramente lunghi) per cercare di demolire le certezze granitiche dei protagonisti e mettere un enorme punto interrogativo su quello che crediamo di sapere.
Il film non è certo privo di difetti,nonostante la solita cura maniacale dal punto di vista tecnico, narrativamente parlando ha delle pecche non di poco conto(tentativi insulsi dei parenti che cercano di scagionare i propri cari fornendo prove prese dai fumetti,sicurezza precaria dell’istituto “etc.” cit.) ma ciò che ho apprezzato di più è stata la volontà di Shyamalan di non adagiarsi sugli allori del successo rimettendo tutto in discussione e gestendo il minutaggio dei protagonisti in modo solo apparentemente impari; Dato lo spazio dedicato all’introspezione psicologica di Dunn, nel primo film, e Kevin nel secondo ,ci si sarebbe aspettati che si calcasse la mano su Mr.Glass ma ancora una volta il regista de “Il Sesto Senso “ ci spiazza con una presenza\assenza di quest ultimo che ,grazie soprattutto alla formidabile performance di Samuel L. Jackson, trova tutto il suo perchè solamente nel finale ripagando i ritmi compassati della prima parte alzando vertiginosamente il pathos. Le 23 personalità di Kevin,in special modo “L’Orda”,purtroppo vengono troppo spesso offuscate o ridotte a macchietta in troppi momenti cercando in maniera maldestra di alleggerire i toni (Hedwig) dando invece letteralmente più luce alla 24 esima “La Bestia “ braccio armato di Mr Glass e antitesi di Dunn,il meno interessante dei tre .
L’impressione finale è senza dubbio positiva ,“Glass” è un film anticonvenzionale e degna conclusione di una “vicenda di origini” iniziata nel lontano 2000 che redime definitivamente M.Night Shyamalan e come un enorme vetro(Glass) solo rompendosi in mille pezzi(Split) trova una forma tangibile,inequivocabile e indistruttibile(Unbreakble) si pone nella sua filmografia.

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