Greyhound: la recensione di Mauro Lanari

Il Tom Hanks attor’e sceneggiatore di “Greyhound” ha sovvertito quello che fu il coproduttore di “Band of Brothers”. Se nella miniserie televisiva la guerra era poco più d’un pretesto per affrontare temi etici ed esistenziali (incluse l’interviste ai sopravvissuti: ha davvero ragione Hobbes quando definisce la condizion’umana un panbellicismo a prescindere dalle armi?), viceversa qui ci sono costosissime scene di battaglia in CGI e un unico protagonista pio o forse bigotto: “Fury” + “The Good Shepherd”. Elisabeth Shue passava di lì per caso.

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