Guardiani della galassia: la recensione di Mauro Lanari

“Guardiani della Galassia” (“Guardians of the Galaxy”), 2014: quarto film dello statunitense del Missouri James Gunn e ulteriore catastrofe cinematografica indirizzata alla generazione di spettatori bulimicamente quanto compulsivamente cresciuta con console di playstation e comics seriali. Pacchia galattica per i Marvel-dipendenti furbescamente shackerati coi nostalgici sia di “Star Wars” (Lucas-Spielberg-Zemeckis-Abrams-Bay e via elencando l’infinita lista di cloni ed epigoni) sia di “Footloose”. Per il residuale sparuto drappello di non-FANS allergici alla pacchianata di questo sé-dicente “awesome mix”, consiglio un gastroprotettore d’efficacia cosmica. Preannunciato un sequel. Sequel? Ma stanno andando avanti con la stessa brodaglia riscaldata dall’inizio del millennio, e i botteghini registrano record su record. Si crocifigge l’ultimo “Transformers”, però io non riesco più a cogliere la differenza.

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