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I sogni segreti di Walter Mitty: la recensione di Minciarelli90

Titolo: I sogni segreti di Walter Mitty; Anno: 2013; Regia: Ben Stiller; Interpreti: Ben Stiller, Kristen Wiig, Adam Scott, Sean Penn.

Trama: Walter Mitty (Ben Stiller) è un editor fotografico della rivista “Life”, destinata a chiudere il cartaceo entro pochi giorni, portando al licenziamento di numerosi dipendenti. Malauguratamente, Walter sembra non trovare il negativo della foto che l’intraprendente reporter Sean O’Connel (Sean Penn) voleva destinare alla copertina dell’ultimo numero della rivista, rischiando il posto di lavoro. A complicare la situazione, è la cotta di Walter per la collega Cheryl Melhoff (Kristen Wiig), madre single da poco approdata alla rivista, che più di altri rischia di perdere il posto a causa della poca anzianità. Allo scopo di ritrovare la foto perduta, Walter decide di girare il mondo per rintracciare Sean O’Connel, sperando che sia ancora in possesso del negativo. Per fare ciò, dovrà superare quei limiti che osava varcare solo nei suoi sogni ad occhi aperti.

“Il nuovo Forrest Gump”: così lo ha definito la critica, come riportato nel trailer del nuovo film diretto da Ben Stiller. Le prime inquadrature sembrano promettere bene, denotando immediatamente una cura dell’immagine degna dei migliori blockbuster del cinema contemporaneo: buona fotografia, un montaggio scandito ecc. Anche i sogni ad occhi aperti del protagonista, presentano qualità grafiche che hanno poco da invidiare ai grandi action-movie degli ultimi anni, così come i paesaggi mostrati in seguito. Ma qualità delle immagini e buoni propositi non bastano a fare di un film un capolavoro: “I sogni segreti di Walter Mitty”, avanza nella narrazione con un ritmo estremamente lento, tanto da farci ricordare a fatica le cause e gli effetti che hanno portato il protagonista a passare da una situazione all’altra. I tempi della narrazione, oltre che lenti, sembrano confusi ed altalenanti, accelerando per pochi attimi, per poi tornare ad uno stato di stasi dalla quale sembra non si riuscirà ad uscire neppure ai titoli di coda. Personaggi marginali inutilmente caratterizzati, un antagonista (Adam Scott nei panni di Ted, nuovo responsabile delle risorse umane nella rivista “Life”) tanto archetipico da risultare stucchevole e un protagonista il cui interprete, sembra tentare di abbandonare il suo solito ruolo a favore di un personaggio più maturo, con il risultato però, di ricadere drasticamente nella canonica caratterizzazione dei personaggi di Ben Stiller. A fare da ornamento a quella che si preannuncia come un’epopea – ma che si esaurisce in realtà entro poche battute – gag discontinue e incomplete, che purtroppo non aiutano il film a riprendere il ‘là’. A chiudere il cerchio, un finale scontato, dichiarato sin dal principio, degno della più disimpegnata commediola da televisione. In definitiva: molto fumo, che non basta neppure ad ingannare lo spettatore. Il nuovo Forrest Gump? Non credo proprio.

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