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Il domani che verrà: la recensione di Matteo Ciotola

Il domani che verrà: la recensione di Matteo Ciotola

Stuart Beattie sa fare il regista e sa fare lo sceneggiatore.
Il lungometraggio in se riesce a sorprendere, battaglia dopo battaglia, rivelandosi un teen-movie vincente, fatto sta che ci sono delle incongruenze nella trama che non lo fanno emergere e fare il salto di qualità.
Chiariamoci, parliamo di un kolossal-non kolossal, che deve fare i conti con una trama troppo articolata e complessa per quello che poi si vuole far vedere.Questi adolescenti, che, una volta tornati dal campeggio, trovano questo ambiente semi-apocalittico, con i genitori rapiti e varie altre tragedie, e il coraggio di sopravvivere in gruppo contando gli uni sugli altri.Ci troviamo di fronte a un invasione da parte di sconosciuti molto potenti e attrezzati, che “colonizzano” la città dei protagonisti, che si salvano proprio per la scelta di fare la gita fuori città.Personalmente avrei trovati adatto per la direzione del film D.J. Caruso (Disturbia,Eagle Eye,Sono il Numero Quattro), particolarmente bravo nel creare relazioni tra i protagonisti, anche se un professionista di “queste cose” non serviva, visto che la sceneggiatura non originale del film era già piena di relazioni e articolazioni amorose che andavano da sole.
Non era mai capitato per un film basato su un libro, ma la trama non torna in alcuni punti:
-Non si capisce cosa mangino i ragazzi dopo il disastro;
-Questi “fantomatici” soldati, in alcune scene sono davvero troppo stupidi e rimbambiti, prima non esitano a sparare e poi in situazioni ovvie urlano “mani in alto!” “non muoverti”, davvero strano, chissà se nel libro anche è così.
Il film riesce, perché piace alle fasce d’età a cui si propone, e diverte in alcuni punti alleggerendo la tematica pesante;lungometraggio quindi consigliato, non però agli scettici che quando vedono un film sperano ancora che ci sia uno come Hitchcock dietro la macchina da presa.

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