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Il principe abusivo: la recensione di Paolo Sinopoli

Il principe abusivo: la recensione di Paolo Sinopoli

Sull’onda del successo di Benvenuto al Sud e Benvenuto al Nord, Alessandro Siani prova a fare centro sul grande schermo con una commedia tutta sua, che lo vede per la prima volta dietro e davanti alla macchina da presa. Il principe abusivo si presenta come un adattamento del Cyrano de Bergerac in chiave comica e romantica, dove il ragazzo povero e scapestrato (Siani) finisce per seguire i consigli di un “maestro” (De Sica) per conquistare un’incantevole principessa (Felberbaum). Fin qui tutto bene, se non fosse che la struttura narrativa finisce per piegarsi a una serie infinita di grossolani sketch in dialetto napoletano, ingolfati di gesti, urla e una completa assenza di “buone maniere”. La trama principale, all’apparenza lineare, sembra così svanire di fronte alla presenza ingombrante del personaggio Siani, costringendo lo spettatore ad amarlo o ad odiarlo. A perderci, purtroppo, sono le figure di Christian De Sica, perfettamente credibile nei panni del ciambellano di corte che impartisce lezioni di etichetta ad Alessandro Siani, Sarah Felberbaum, bellissima nei panni di una principessa forse fin troppo ingessata, e Serena Autieri, tanto brava quanto sprecata nel piccolo ruolo della cugina del protagonista. Non convince neanche la regia di Siani, dettata da tempi troppo lunghi e assolutamente anonima.

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Mi pace:
La figura del traduttore basso e tarchiato che spunta fuori solamente quando bisogna tradurre un termine in dialetto napoletano di Alessandro Siani.

Non mi piace:
La sequenza di ballo tra De Sica e la Autieri, avulsa dal resto del film.

Consigliato a chi:
ai fan sfegatati di Siani

Voto:
1/5

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