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Insidious: la recensione di Adriano Aiello

Insidious: la recensione di Adriano Aiello

James Wan, il regista di Saw e Dead Silence è come quei mediani a cui gli si vuole bene per la costanza e l’abnegazione. Non sarà mai un regista sopraffino o particolarmente sofisticato ma ha ampiamente dimostrato di cavare grandi successi commerciali da budget irrisori, puntando ad un pubblico medio  in cerca di intrattenimento senza grossi fronzoli.
Insidious prosegue con coerenza su questa strada con una storia di fantasmi e demoni con Patrick Wilson e Rose Byrne nei panni di una coppia con tre figli, il più grande dei quali (Dalton) cade in una forma inspiegabile di coma seguente ad una caduta dalle scale. Nonostante la sua totale immobilità, nella stanza di Dalton cominciano a manifestarsi i più tipici segnali sinistri di presenza extraterrene. Non basta nemmeno un veloce trasloco a dare la pace alla famiglia che si vede costretta a fare ricorso alle cure di una vecchia quanto inquietante medium, che aprirà il mistero a insospettabili rivelazioni.

Un po’ come nella saga di Paranormal Activity (che con Insidious condivide la produzione affidata a Orien Peli) il tipo di suggestioni che alimentano il film vengono da lontano, rievocando un cinema fatto di presenze e scricchiolii, con un divertente siparietto sulle tecniche di percezione della vita ultraterreno. E il risultato non è affatto disdicevole; Insidious è un film onesto che non fa della scrittura la sua forza ma che si dimostra capace di una buona dose di spaventi e di alcune trovate visive decisamente riuscite.

Una nota a margine: già prima della sua uscita italiana il film conta 54 milioni di dollari (solo nei cinema) incassati in tutto il mondo a dispetto del budget ridicolo di 1.5 milioni di dollari. Al Festival di Roma James Wan terrà una lezione di cinema il prossimo 31 ottobre. Sicuri che non sarebbe meglio fargli tenere una lezione di economia?

Leggi la trama e vedi il trailer del film:

Mi piace: l’atmosfera artigianale e demodè del film

Non mi piace: la scrittura troppo spesso approssimativa

Consigliato a chi: ama l’horror e in particolare le storie di fantasmi

Voto: 3/5

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