Kung Fu Panda 2: la recensione di Frenck Coppola

La scelta del film da vedere questa sera era praticamente scontata, Kung Fu Panda 2 ha letteralmente monopolizzato la stragrande maggioranza delle sale italiane, non è soltanto questo il motivo, chiaro che quando un primo capitolo come quello del 2008 riceve cosi tanti apprezzamenti diventa difficile non attaccarsi alla possibile saga e per Po ed il suo Panda-Monio è stato cosi, tra l’altro una stretta collaborazione tra FrenckCinema e Universal Pictures Italia di qualche settimana fa ha portato ancora più curiosità nella mia testa fino a vedere praticamente come unica scelta possibile il cartoon della Dreamworks Animation.

Scrivere una recensione su un cartoon è quasi sempre una sfida per me, descrivere le performance degli attori presenti nel cast del film è una mia passione, ma per Kung Fu Panda 2 certi stereotipi da cartoons vengono meno, perchè al suo interno si può scorgere un mix di azione, sentimento, comicità, mitologia e quant’altro che lo rendono lontano da essere un semplice cartone animato per bambini.
Il regista Jennifer Yuh ha saputo ripagare le attese della critiche riuscendo a creare un sequel molto ben strutturato con tanto di trama poco slegata e molto intrisa di sentimento e spettacolarità senza mai lasciar trasparire alcuni difetti che il film d’animazione presenta al suo interno, infatti una prima parte molto povera d’azione e comicità lascia il posto più avanti a combattimenti epici, mitologie legate al kung fu e soprattutto flashback che regalano al personaggio di Po una certa centralità nel progetto finale che nonostante fosse palese nel primo capitolo del 2008, diventa vitale nel secondo capitolo.

I personaggi che la Dreamworks ha riportato sullo schermo dopo 3 anni hanno entusiasmato ancora una volta il pubblico, i Cinque Cicloni nonostante il loro decentramento nella storia in questo secondo capitolo per dar spazio all’uragano Po, sono risultati ancor più importanti per il proseguio della storia, i nuovi personaggi come Bue Infuriato e Master Croc hanno fatto piccole comparsate che hanno contribuito a spiegare quanto una società come quella cinese fosse legata alle sue radici, il regista in questo è stato bravissimo dando tantissima importanza a questo aspetto, il villain di turno il pavone Lord Sheen ha mostrato un buon appeal, la sua immagine cattiva, ma comunque legata a torti dall’infanzia lo hanno legato molto più a ciò che di più reale un villain potesse essere, molti temi in questo film d’animazione sono stati sottolineati da regista e sceneggiatori come la polvere da sparo creata per i fuochi d’artificio e poi usati per creare le moderne armi da guerra da menti non propriamente legate al bene, l’abbandono e l’adozione, l’estinzione della razza Panda e l’amore che supera ogni razza e diversità sociale hanno contribuito a rendere un semplice cartoon in un grande film d’animazione.
In definitiva Kung Fu Panda 2 è fatto benissimo e supera se pur di poco la qualità mostrata nel primo capitolo, il mio suggerimento è chiaramente positivo, ma in particolare voglio sottolineare ancora una volta che non si tratta di un semplice cartoon per famiglie, ma di un vero e proprio fenomeno del 2011 che ha appassionato anche persone di tutte le età e che lo continuerà a fare spero anche grazie al mio passaparola.
Allora buon Panda-Monio.

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