La battaglia dei sessi: la recensione di cineluk

“I tempi cambiano. Dovresti saperlo. Li hai cambiati tu!”

Una scommessa. Una sfida. Un appuntamento col destino. Nel 1973 a Houston ebbe luogo un atipico match di tennis: l’ex-numero 1 del mondo Bobby Riggs e l’allora regina del tennis mondiale, Billy Jean King. Dichiaratamente maschilista, Riggs (Steve Carell) aveva trasformato la neonata federazione femminile, di cui la King era una delle principali sostenitrici insieme alla giornalista sportiva Glady Heldman (Sarah Silverman) e poche altre tenniste, in un’occasione per fare soldi e ridicolizzare il movimento. Billy Jean (Emma Stone) però è una donna intelligente e non si presta al circo mediatico di Bobby, il quale però avrà presto l’occasione di rifarsi contro la meno ribelle Margaret Court, tornata numero 1 del ranking proprio ai danni di Billy Jean, quest’ultima meno concentrata del solito a causa di problemi personali e relazionali. Sebbene sposata con Larry King (Austin Stowell) infatti, la campionessa si scopre omosessuale dopo un casuale incontro con la parrucchiera Marilyn (Andrea Riseborough). Margaret accetta di giocare ma perde malamente con Riggs. A quel punto Billy Jean non ha più scelta, deve sfidarlo e batterlo. Se non lo farà, tutto quello per cui sta lottando, crollerà miseramente e il machismo trionferà. Dai registi dell’indimenticabile Litte Miss Sunshine, Jonathan Dayton e Valerie Faris, è uscito sul grande schermo La battaglia dei sessi (2017). Già sotto la stessa telecamera di “Crazy, Stupid, Love” (2011), Emma Stone e Steve Carell sono perfetti. Grintosa, fragile e determinata lei. Spavaldo e politicamente scorretto lui. Per interpretare una Donna come Billy Jean King ci vuole spessore attoriale e umano. La premio Oscar per La La Land, Emma Stone, supera l’esame a pieni voti. Abile e versatile, Carell con basette e occhialuto offre una nuova prova delle sue doti ludico-drammatiche. Dietro la baldanzosa arroganza di Riggs, mostra le debolezze di un uomo schiavo delle scommesse e alla costante ricerca di ritrovare la luce e la gloria dei riflettori. Al loro fianco, Bill Pullman ed Elisabeth Shue, rispettivamente il potente (maschilista) presidente della federazione nonché ex-numero 1 del mondo, Jack Kramer, e la moglie arrabbiato-comprensiva di Riggs, Priscilla Wheelan.

Cinema e tennis, un binomio mai riuscito sotto ogni punto di vista: regia, interpreti e colpi sul campo. Questo almeno fino al 19 ottobre 2017, data in cui La battaglia dei sessi (2017, di Jonathan Dayton e Valerie Faris) è uscito sul grande schermo. La sfida tra Billy Jean King e Bobby Riggs sfodera ottimi fondamentali e pregevoli volée. Il 2017 potrà essere di sicuro ricordato come l’anno della rinascita della racchetta. Oltre alla suddetta pellicola infatti, alla XII edizione della Festa del Cinema di Roma sono stati presentati il documentario sul leggendario allenatore Nick Bolletteiri e soprattutto l’attesissimo “Borg McEnroe” (di Janus Metz). La battaglia dei sessi non è solo un (ben riuscito) film di sport. Uscito a poca distanza dallo scandalo che ha travolto il potente produttore Harvey Weinstein, accusato di molestie sessuali ai danni di moltissime attrici, la pellicola mostra il coraggio di poche donne decise a lottare contro lo status quo del Sistema e pretendere il posto e il rispetto che spetta alle donne nella Storia: protagoniste e prime “attrici” nella vita e nel mondo, esattamente come i colleghi maschietti.

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