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La pelle che abito: la recensione di Nerofrank

La pelle che abito: la recensione di Nerofrank

Non è assolutamente semplice riuscire a scrivere un commento riguardante films di registi che non si conoscono affatto. Questo è stato il mio caso:attratto dalla trama e anche da un trailer abbastanza convincente, sono andato a vedere ‘La Pelle che Abito’ con una sincera e onesta curiosità. E il risultato non mi ha per niente deluso. Il film ha una storia di fondo molto convincente; una vendetta ben architettata da parte di un medico che ‘ricostruisce’ da capo le fattezze dello stupratore della figlia (che non si riprenderà mai dallo shock finendo col suicidarsi) trasformandolo in un perfetto e bellissimo corpo femminile. Lo fa utilizzando la tecnica della ‘transgenesi’,proibita in campo etico/scientifico, al cui studio si era fortemente applicato con sua moglie.Dopo un incidente stradale che carbonizzò quasi del tutto il suo corpo. Salvata per miracolo, non regge lo shock della sua nuova fattezza suicidandosi come nel caso della figlia.La narrazione procede con i flshback tanto cari nei film thriller più avvincenti e in questo caso,un thriller nè fracassone nè esagerato, risultano ben congeniati. Si parla di aspetti esteriori, in questo film, di fattezze che cambiano radicalmente e sono artefici anche del cambiamento interiore della persona che le vive. E lo si fa con una delicatezza a dir poco sconvolgente. Non ci sono scene forti, sanguinolente (nemmeno quelle di sesso) o crude. Eppure il film riesce a provocare lo spettatore lo stesso, lo scuote in egual misura, arriva in profondità senza essere devastante o osceno. Il finale è a sorpresa: quando tutti i tasselli sono a loro posto e ci si aspetta solo la parola fine e i titoli di coda, la ‘cavia’ diventata donna riesce a ottenere la sua vendetta, nei confronti del medico che l’ha trasformata e della madre, di lui, che non si è mai fidata del tutto delle sue buone intenzioni. lo fa con naturalezza, quasi fosse una cosa scontata. E la fine arriva quando tornerà da sua madre, che non ha smesso mai di cercarlo, cambiata e in cerca di aiuto, di comprensione, con la pelle cambiata ma la personalità no, forse.

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