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Le belve: la recensione di Alessio 90

Le belve: la recensione di Alessio 90

Pellicola niente male. Devo essere del tutto sincero però. Questo è il primo lavoro di Oliver Stone che vedo e di certo non sono la persona giusta per dire se sia stato o meno un risultato riuscito ma nel complesso il film non è niente male.

Prima di tutto va sottolineata l’ottima scelta delle musiche che si fondono perfettamente con le ambientazioni immergendo totalmente lo spettatore nelle vicende dei tre protagonisti. Sensazione che ho avuto con il Miami Vice di Michael Mann del 2006. Giochi di luce e musiche sono alla base di questo film che dicono tanto alla riuscita del lavoro.

Per quanto riguarda la trama mi aspettavo qualcosa di più ma ciò che si è visto e sentito non è da buttare via. Stone riesce a descrivere al meglio l’altra faccia della medaglia dell’America (quella marcia) dei giorni nostri.
Battute miste a ironia, disperazione, amore e “devo salvarmi il culo!”, danno ritmo a un film che altrimenti diventa troppo lungo e rischia di perdersi

I tre protagonisti si muovono bene. Non fanno un figurone ma non fanno neanche scendere il latte alle ginocchia. I caratteri completamente opposti di Ben e Chon (il primo con sani principi buddhisti, il secondo ex Navy Seal con grossi problemi di autocontrollo) si incastrano per bene creando così un duo funzionante su tutto con qualche divergenza che si annulla all’istante quando si tratta di salvare O, (Blake Lively bella e capace ma ancora acerba) la donna della loro vita. E qui si arriva alla faccenda del triangolo amoroso che all’inizio attrae e sorprende ma che con il passare del film diventa banale. Se sei imbottito ti THC alla fine tutto è lecito.
Benicio Del Toro è la punta di diamante di questo film. Raggiunge livelli di cattiveria e bastardaggine tali da scippare il titolo di messicano più cazzuto del grande schermo a Danny Trejo (Machete).
Anche Travolta fa la sua gran bella figura destreggiandosi nella parte di un agente antidroga corrotto e doppiogiochista per cause di forza maggiore.
La Hayek riesce nella doppia parte del capo cattivo e della madre mancata che cerca di ricucire in malo modo il rapporto con la figlia.

Finale scontato. O no? Andatelo a vedere.

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