Ho capito che l’avrei amato dal primo fotogramma.
Tempo 10 minuti e già la lacrimuccia premeva per uscire allo scoperto. Ho lottato, ma non sono stata capace di resistere molto più a lungo.
Tom Hooper (“Il discorso del re”) propone un adattamento essenziale ma profondamente emozionante del romanzo di Victor Hugo.
Essenziale perché la vicenda de “I miserabili” viene semplificata al massimo.
Tale processo è del resto fisiologico, quando si esegue un qualsiasi adattamento cinematografico. In questo caso risulta ancora più evidente perché Hugo è stato scrittore estremamente attento al particolare, tanto da non lasciare quasi nessuno spazio all’immaginazione dei propri lettori.
Niente però è stato tralasciato di ciò che è importante e l’anima del romanzo la ritroviamo intatta nel film.
Perfetta è ad esempio la scena di presentazione dei due Thénandier (Helena Bonham Carter e Sacha Baron Cohen), che in pochi minuti inquadra esattamente due personaggi che Hugo descrive con particolare minuzia dilungandosi per paragrafi e paragrafi.
Costruito come un’altalena di scene corali di enorme impatto visivo e forza musicale, che sono specchio della della miseria dei molti; e di momenti di intima esplorazione della miseria del singolo, in cui la macchina si concentra sui volti in primissimo piano dei protagonisti.
Sentiamo la disperazione e la rabbia dei carcerati, sulle potenti note di “Look down”. Il cuore si spezza mentre Anne Hathaway, qui nei panni della sfortunata ragazza madre Fantine, intona “I dreamed a dream”.
Una Anne Hathaway che è attrice cresciuta, matura, la cui intensità colpisce e la cui voce stupisce.
L’intero cast regala emozioni.
Alla commovente espressività del volto (se l’attore è espressivo quanto un mocio vileda strizzato, del resto, non puoi certo avvalerti di un espediente quale il primo piano), si accompagna un’interpretazione canora inaspettata.
Conoscevamo la splendida voce di Amanda Seyfried, che qui interpreta una dolcissima Cosette, figlia di Fantine e Samantha Barks aveva già prestato la propria voce a Eponine nel musical teatrale.
Adesso scopriamo Hugh Jackman, Russel Crowe, Eddie Redmayne.
Voci a volte imperfette ma sempre intonate e cariche di sentimento. Sono grandi attori quelli che hanno imparato a sfruttare questo meraviglioso “ferro del mestiere” fino ad arrivare a cantare senza essere nato cantante.
Ho adorato la Barks, che mi ha commossa fino al midollo. Jackman e Crowe sono perfetti nell’incarnare rispettivamente Jean Valjan e Javert, due personaggi in perenne lotta tra loro ed entrambi dilaniati dentro dalla propria coscienza. Eccellente anche Redmayne, così come anche tutti i personaggi minori.
Eccessiva la semplificazione dei fatti sul finale, che sminuisce vagamente il reale percorso di alcuni personaggi. E’ l’unica cosa che mi abbia un po’ indispettita.
Quasi 3 ore di cantato in lingua originale con sottotitoli in italiano, una storia difficile. Non è un film per tutti. Ma per chi apprezza il genere, un assoluto capolavoro. Spero a breve in qualche meritatissima statuetta.
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