Lo sguardo di Satana – Carrie: la recensione di adamolavigna

Lo so si fa peccato mortale, parafrasando una delle tematiche dell’opera, ma è’ inevitabile confrontare il film della Peirce con quello “originale ” di De Palma. Inevitabile ed inutile. Il capolavoro di Brian era innanzitutto un opera iconograficamente horror, spiccatamente bigotta con una forte componente religiosa e di espiazione a suo modo, malsana e deviata, espressiva ed onirica , con Piper Laurie e Sissy Spacek perfette nel binomio/rapporto madre/figlia. Il film della Peirce vira a metà tra il remake e il reboot che più piatto non si può, denuda la componente horror spostando il tutto verso uno pseudo dramma adolescenziale, modifica la telecinesi di cui Carrie era a suo modo vittima e martire in un super potete da action movie da controllare e usare a piacimento ( la famosa scena della prom night in cui esplodeva la furia di Carrie perde tutto il suo fascino paranoico e punitivo ). Poi le attrici : Chloe Grace Moretz non sarà sta gran figa ma è altamente improbabile nel urlo che fu della Spacek, inarrivabile cesso goffo, emarginato ed isolato. Poi la Moore, sempre bellissima ed affascinante, totalmente inadeguata nel ruolo della madre al confronto della Laurie, inguardabile con quel ghigno malefico e la mimica malata. Assolutamente un opera evitabile

© RIPRODUZIONE RISERVATA