Machete Kills: la recensione di Minciarelli90

Titolo: Machete Kills Anno: 2013 Regia: Robert Rodriguez Interpreti: Danny Trejo, Jessica Alba, William Sadler, Charlie Sheen/Carlos Estevez, Amber Heard, Sofia Vergava, Vanessa Hudgens, Demiàn Bichir, Michelle Rodriguez, Walton Goggins, Cuba Gooding Jr., Lady Gaga, Antonio Banderas, Mel Gibson

Trama: L’ex agente federale Machete Cortez (Danny Trejo) lotta ormai ordinariamente contro il Cartello della droga messicano a fianco della sua dolce metà, l’agente dell’immigrazione Santana Rivera (Jessica Alba). Durante un’operazione per intercettare un rifornimento d’armi per il Cartello, Santana viene uccisa da un uomo in maschera che capeggia un gruppo di soldati di un’organizzazione misteriosa, mentre Machete viene catturato dallo sceriffo di frontiera Doakes (William Sadler), che vuole impiccare l’ex federale per liberare il Messico dalla sua fastidiosa presenza. Poco prima di morire asfissiato dal cappio intorno al collo, il presidente degli Stati Uniti Rathcock (Charlie Sheen/Carlos Estevez), ordina la liberazione di Machete, al fine di assoldarlo per fermare Mendez (Demià Bichir), un terrorista messicano affetto da personalità multipla che minaccia di far esplodere un ordigno nucleare negli Stati Uniti. Dopo un’”efferata” investigazione, Machete viene catturato dallo stesso Mendez, e questo gli rivelerà che non può essere ucciso, in quanto il dispositivo di innesco della bomba è collegato al suo cuore: se smette di battere l’ordigno viene lanciato. Allo scopo di tenerlo in vita, Machete prende in ostaggio Mendez, e parte alla ricerca dell’unico rimasto al mondo in grado di disarmare il dispositivo collegato al cuore del terrorista, dopo che questi ha ucciso lo scienziato che lo ha progettato, ma lo stesso Mendez ha fatto mettere una taglia di 20 milioni sulle loro teste: parte una caccia all’uomo. Tra gli ostacoli di coloro che vogliono ucciderlo per la taglia, la personalità multipla di Mendez, e coloro che lo vogliono morto a prescindere, Machete riesce a portare il terrorista fuori il confine, quest’ultimo però viene ucciso, e Machete viene catturato dalla stessa organizzazione che aveva ucciso Santana.
Portato in quella che sembra una fabbrica di armamenti ad alta tecnologia, Machete scopre che dietro il piano di Mendez, c’è in realtà Luther Voz (Mel Gibson), un magnate del mercato bellico mondiale, il cui scopo è distruggere il pianeta e rifugiarsi nello spazio con un’astronave insieme ad un selezionato gruppo di esseri umani, per poi fare ritorno sulla terra e creare da zero una società perfetta. Il compito di Machete è fermarlo.

L’intento del film appare estremamente chiaro: la coerenza non è certamente il suo punto forte, come non lo sono le esattezze scientifiche e fisiche nei combattimenti o nelle sequenze d’azione in genere, ma questo – in stile Machete – non sembra avere alcuna importanza. Il film si crogiola infatti nella sua capacità di creare situazioni tanto assurde e al limite del reale da innescare le risate, e, ovviamente, la fama del primo Machete precede – come anche quella di Rodriguez – nettamente il seguito, perciò, andando a vedere il film, non solo ci si aspettano le dinamiche assurde – nonché la trama da film d’azione di pessimo gusto – ma addirittura le si sperano. Il tutto è da Rodriguez eccellentemente confezionato, anche se paradossalmente il punto forte del regista è proprio la sua poca cura per i dettagli, sia registici che di sceneggiatura, in quanto cozzano perfettamente con il respiro del film. La presenza di un cast d’eccezione così vasto, non fa altro che farci trepidare per vedere questo o quel famoso volto del cinema, che siamo abituati a vedere in situazioni più coerenti e studiate, in un contesto totalmente privo di gusto narrativo ed estetico, ma vertente appunto sull’esagerazione e lo splutter spinto che sfociano nel più totale trash appositamente costruito.
Rodriguez va in realtà a colpo sicuro: se non ti riprometti di fare un qualcosa di eccezionale, nessuno potrà dirti nulla, in risulta superfluo commentare gli elementi più degeneri del film, messi li appositamente per essere notati. Il divertimento scaturisce infine dalle battute sferzanti che rendono ridondante il personaggio di Machete (un Danny Trejo la quale bravura è quella di far finta di prendersi sul serio). Il genio di Rodriguez è da ricercarsi certamente nell’aver praticamente creato un’intera mitologia messicana.

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