One Day: la recensione di Silvia Urban

Entrare nella vita di due persone e spiarne l’evoluzione – o involuzione – del loro rapporto, sempre lo stesso giorno (il 15 luglio) per oltre vent’anni. È questa l’intuizione dietro al successo del bestseller pop-melò di David Nicholls da cui One Day è tratto.
Una sceneggiatura firmata dallo stesso autore e affidata alla regista Lone Scherfig (An Education), che si attiene con molta fedeltà (eccetto qualche cambio di location) alle pagine e all’ironia del libro, restituendo sullo schermo un film visivamente elegante seppur un po’ ingessato.

Definirlo una classica commedia romantica sarebbe riduttivo. Perché One Day è un percorso di crescita che attraversa speranze, delusioni, tradimenti, piccole e grandi incomprensioni, un profondo bisogno dell’altro, il difficile rapporto genitore-figlio. Un’incursione nell’esistenza di due giovani neo-laureati, Emma e Dexter, molto diversi tra loro che portano avanti un’amicizia perennemente in bilico sul crinale che separa amore e definitiva separazione. Un viaggio che parte da Edimburgo, prosegue tra Londra e Parigi, per poi tornare là dove tutto è cominciato, sempre restando affondato nell’estetica e nei clichè degli Anni Novanta: cinefili (Jurassic Park), di costume (i capelli cotonati), modaioli (i jeans a vita alta), musicali (la hit “Rhythm of the Night“).

Imprigionata in una rigida scansione temporale che impone alla storia un ritmo frammentato – rendendo impossibile approfondire vent’anni di vita e perdendo le sfumature di cui il libro è intriso – la Scherfig si affida completamente all’ottima performance di Anne Hathaway e Jim Sturgess, capaci nonostante tutto di trovare quella chimica che dà un valore aggiunto al racconto, rendendolo intenso e reale: è l’esclusività del loro rapporto a fare da colonna portante al film. Cui si aggiunge la professionalità dei caratteristi di contorno, dalla sempre brava Patricia Clarkson a Rafe Spall, da molti definito astro nascente del cinema britannico.

Proprio come il legame che unisce Emma e Dexter, dove spesso a prevalere è il non-detto, anche il film procede per “difetto”: tanti suggerimenti e poche spiegazioni, senza che vi sia mai il tempo di esplorare fino in fondo le dinamiche emotive dei protagonisti. Lasciando allo spettatore la responsabilità di cogliere, interpretare ed elaborare.

Leggi la trama e guarda il trailer del film

Mi piace
L’alchimia tra Anne Hathaway e Jim Sturgess, la fedele ricostruzione di un’epoca, l’originalità di una storia che tocca corde e sentimenti nei quali ognuno può riconoscersi

Non mi piace
Il ritmo frammentato della struttura narrativa, soprattutto nella prima parte del film, che impedisce un’approfondimento delle dinamiche indivdiduali ed emotive dei protagonisti

Consigliato a chi
Ha amato il romanzo e ha voglia di godersi un film che, nonostante i suoi limiti, risulta adorabile

Voto
3/5

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