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Orecchie

La commedia folle e surreale di Alessandro Aronadio, che tratteggia una irresistibile e respingente umanità al limite

Orecchie

La commedia folle e surreale di Alessandro Aronadio, che tratteggia una irresistibile e respingente umanità al limite

Un uomo senza nome (Daniele Parisi) si sveglia una mattina con un fischio alle orecchie insopportabile e fastidiosissimo, del quale non riesce a venire a capo né tantomeno a trovare una causa. C’è però un biglietto un po’ minaccioso e interlocutorio sul frigo, che lapidariamente recita: “È morto il tuo amico Luigi. P.S. Mi sono presa la macchina”. Adesso occorre solo ricordarsi chi sia Luigi, anche se non sarà semplice, visto e considerato che moltissime persone che gravitano intorno alla vita del protagonista assumeranno dei contorni sempre più scriteriati e fuori di testa…

Non capita tutti i giorni di vedere uscire in sala un proprio film da regista e un altro da sceneggiatore, per di più nello stesso giorno: è successo, incredibilmente, al siciliano Alessandro Aronadio, la cui opera seconda, Orecchie, vede il proprio approdo nelle sale in contemporanea con I peggiori di Vincenzo Alfieri, frizzante e proletaria risposta napoletana a Kick-Ass che Aronadio ha contribuito a sceneggiare. Una dose analoga di irriverenza e di follia, in forma però più caustica e minimalista, si respira anche nel film targato Biennale College con cui Aronadio ha fatto parlare di sé alla Mostra del cinema di Venezia del 2016, attirandosi una discreta dose di attenzioni e risultando, nel suo piccolo e nella manciata di giorni della mostra, un “caso” cinematografico.

Forte di un bianco e nero jarmuschiano, in cui l’estetica aliena e straniante fornita dall’assenza di colore influenza immediatamente la narrazione, portandola su un registro strampalato e disarticolato, Orecchie è a tutti gli effetti una pazzia appagante e confortevole. Un film di dimensioni ridotte che non ha alcuna velleità fuori misura e preferisce giocare sull’ironia, sul buffo cinismo, anche sul senso di sorpresa continuo, dettato dal non sapere esattamente dove ci si trovi e cosa sia lecito aspettarsi da una vicenda così scombinata come quella in cui si ritrova invischiato, suo malgrado il protagonista. Un volto, quello di Parisi, in perenne conflitto tra azione e reazione, preso continuamente in contropiede da una galleria di apparizioni e di gag episodiche e talvolta irresistibili.

Nella sua schizofrenica energia Orecchie di Alessandro Aronadio possiede anche una notevole dose di coraggio e di coerenza, tanto nell’armonizzare, si fa per dire, le tantissime incursioni di volti noti (Piera Degli Esposti, Rocco Papaleo, Ivan Franek, Milena Vukotic, Sonia Gessner, lo sceneggiatore Andrea Purgatori, Pamela Villoresi) quanto nel mantenere ogni brandello di racconto staccato dall’altro e perfettamente indipendente. Quello di Aronadio è un film che più che a un fischio somiglia a una pulce nell’orecchio, per com’è capace di insinuare un sincero e spassionato disagio, puntualmente tinto di ironia e di commedia, nello spettatore. Il regista di Due vite per caso si conferma pertanto un autore di commedia (un’espressione da non sovraccaricare di seriose implicazioni, naturalmente) da tenere d’occhio, soprattuto perché capace di fraternizzare con i piccoli grandi tic e le assurdità più disparate di un’umanità variegata e al limite. Non una dote da poco.

Mi piace: la sgrammaticata ironia dello stile di Aronadio

Non mi piace: qualche vistoso eccesso grottesco

Consigliato a: chi va in cerca di una commedia imprendibile e un po’ fuori di testa

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