Pacific Rim: la recensione di paulinho

Lo stesso regista Guillermo del Toro ha riassunto la sua ultima fatica in un semplice “Fottuti mostri giganti che combattono con fottuti robot giganti”. E in effetti non servono altre parole per descrivere “Pacific Rim”.
La Terra ha subito l’attacco di vari mostri giganteschi, provenienti da un universo parallelo, chiamati Kaiju. Allora per combatterli gli umani creano dei giganteschi robot comandati contemporaneamente da due persone, chiamati Jaeger. Tutto qua. Come si può facilmente intuire la trama non è altro che un pretesto per assistere a delle spettacolari (diamogliene atto) scazzottate tra giganti.
Dalle premesse questo film sembrerebbe l’ennesimo “giocattolone” per popcorn-boy in astinenza di effetti speciali. E in effetti è così, con la piccola differenza che alla regia non c’è il Michael Bay di turno, ma Guillermo del Toro. Certo, qui il suo tocco non si fa sentire come nei suoi precedenti lavori (e ciò è dovuto principalmente al tipo di film che ha voluto realizzare), ma perlomeno non si assiste all’ennesima “pubblicità di automobili, fredda, pulita, nitida”. Se prima della visione viene facile accostare “Pacific Rim” a “Transformers”, una volta fuori dalla sala il primo accostamento che mi è venuto in mente è stato con “The Avengers”. Infatti questi due film sono belli da vedere, sono un piacere per gli occhi e liberano la mente da tutto. Sanno di non poter essere niente più che dei blockbuster senza pretese e perciò si limitano a essere dei bei blockbuster senza pretese. “Pacific Rim” è un’esperienza da gustarsi assolutamente sul grande schermo poiché sulla TV di casa o, ancora peggio, sul computer se ne perde tutta la bellezza.
La caratterizzazione dei personaggi è quasi pari a zero, ma cosa se ne fa un film del genere di personaggi ben caratterizzati? Il pubblico di questo film vuole le botte e il regista lo sa, perciò chi se ne frega dei personaggi ben caratterizzati. Del Toro non si concede nemmeno il lusso di una star, scegliendo per i suoi personaggi attori sconosciuti, fatta eccezione per Idris Elba (il futuro Mandela) e Ron Perlman (“Hellboy”).
Neanche a dirlo, gli effetti speciali di questo film sono perfetti: sia i robot che i mostri sono fatti talmente bene che sembrano veri. Senza contare il fatto che la maggior parte dei combattimenti si svolgono sul mare, di notte e con la pioggia. Insomma, si è già capito con mesi d’anticipo a chi andrà la statuetta per gli effetti speciali.
Questa recensione non vuole dire che “Pacific Rim” è un film perfetto, che non va criticato perché non fa altro che essere ciò che deve essere. Lo spettatore deve solo capire che andare al cinema a vedere “Pacific Rim” è un po’ come andare al luna park: se ti piace ti ci diverti, se non ti piace sono fatti tuoi, ma non puoi dire che è brutto.

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