Prometheus: la recensione di andrea ceccotti

Si nasce. Si cresce. Si muore.
Come in un copione la nostra vita ha un inizio, uno svolgimento ed una fine. Nell’arco di tempo concessoci ci poniamo molteplici domande. Le più trovano risposta con il tempo o mediante eventi che ci definiscono nel profondo. Altre restano insolute. Domande che non hanno risposta o che non le hanno tutte.
In queste due fattispecie rientra la domanda su cui si erge Prometheus: chi è il nostro creatore?
Le premesse della pellicola sono eccellenti. Teorie Darwiniane messe in discussione da pittogrammi. Teologia e fantascienza che si fondono. Il lavoro svolto da Damon Lindelof e Jon Spaihts pare non poter deludere…e non lo fa.
Difatti La sceneggiatura scritta dai due è solida, seppur si conceda qualche imprecisione, e la regia Di Ridley Scott impeccabile. Il regista inglese torna al cinema che trent’anni fa ne decretò il successo, e lo fa ottimamente.
Gli eventi narrati precedono quelli di Alien, ma non sono tuttavia legati a doppio filo con questo. L’anno è il 2093, una spedizione scientifica è stata inviata sulla luna LV_223 alla ricerca di risposte sulla genesi della razza umana a bordo dell’astronave Prometheus. Come il titano della mitologia greca, il quale portò il fuoco agli uomini e incorse nell’ira degli dei, così l’equipaggio, con l’intento di portare risposte alla razza umana, incorrerà nell’ira di qualcosa di peggio.
I personaggi che compongono la spedizione sono ben delineati, e ottimamente portati sullo schermo da un cast stellare. Sublime il lavoro di Michael Fassbender, la cui interpretazione dell’androide David 8 non farà rimpiangere il Buon Bishop di Alien 2.
La fotografia cupa e le scenografie spoglie, ma allo stesso tempo piene di significato, mostrano quello che è lo stato d’animo dei personaggi. E altrettanto fanno le musiche.
Unica incognita è il perché del brusco strattone che si da allo svolgimento dopo tre quarti del film. Da una narrazione che accompagna lo spettatore dolcemente verso l’evolversi della trama, si passa ad un tipo di narrazione più dinamica, fatta cioè di azioni invece che parole. La cosa confonde ma non toglie nulla alla pellicola.
Un film che farà la gioia di coloro che hanno adorato Alien e degli amanti del genere fantascientifico. Un film che affascinerà lo spettatore digiuno da questo genere. Un film che nasce da una domanda, e muore in una risposta…ciò che vi è nel mezzo sta a voi scoprirlo.

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