Prometheus: la recensione di Rocken

Prequel affascinante che ci porta dagli albori della vita sulla terra a una sorta di imminente immaginario futuro che fa da apri porta al movies’ serial di alien.
Nei pochi primissimi minuti ci viene mostrata la surreale nascita della vita sulla terra, una nascita di matrice aliena per mano/corpo di coloro che verranno poi ribattezzati dagli umani gli ingegneri.
Non può poi non essere citata l’interpretazione di Micheal Fassenbender nel ruolo dell’androide David, un’interpretazione brillante, da far strizzare gli occhi a conferma di un talento più che mai sbocciato e lanciato a tutta velocità nella cerchia dei grandi.
Cosi pochi anni dopo la nave Prometheus (dal significativo nome del mitologico titano Prometeo) parte per raggiungere il pianeta dell’invito.
Inizia cosi un avventura che sarà contrassegnata da speranza, avventura.. ricca di colpi di scena e spunti narrativi, mai eccezionali ma comunque sempre ottimi; sono si alcuni buchi di sceneggiatura, che però sono pochi e però non inficiano la qualità del prodotto cinefilo.
Unica vera pecca del film un finale troppo aperto e troppo poco rivelatorio sulle intenzioni degli ingegneri in merito alla creazione della vita sulla terra, anche se qua una piccola ipotesi viene abbozzata e in parte risulta essere in modo pauroso affascinante.
Veniamo poi sbalzati in un futuro non troppo lontano, dove in una sorta di caverna vengono ritrovati dei simboli già noti all’uomo in quanto presenti in tanti altri pittogrammi di culture antiche come quelle egiziane, sumere, babilonesi ecc.. sono quello che viene definito “un invito” da parte degli “ingegneri”, coloro che hanno creato la vita sulla terra.

© RIPRODUZIONE RISERVATA