Ribelle – The Brave: la recensione di luca

La Pixar. Il paese dei balocchi. Immaginario, tecnologia e storie incantevoli si fondono insieme in un unico prodotto capace di affascinare lo spettatore di qualsiasi età.
La Pixar. Dove anche le donne, per la prima volta, grazie a “Ribelle – The Brave” hanno giustamente avuto la loro parte. E con un risultato quasi impeccabile. 
Commovente, ironico, scenograficamente e tecnicamente perfetto. “Brave” è una pellicola mozzafiato. I paesaggio nordici ricreati con cura maniacale, le atmosfere di tempi ormai passati e culture ormai decadute, le musiche evocative (Doyle si è superato). Tutto è sapientemente calibrato per creare uno spettacolo sensoriale magnifico. E, vi domanderete, dov’è la trama che tanto è importante in un lungometraggio Pixar? La trama c’è, eccome se c’è. L’unico inciampo, però, lo si può trovare proprio nella storia (ricordate il “quasi” impeccabile più su?). 
Merida è una figlia stupenda, ma una principessa ribelle. Elinor una madre affettuosa e premurosa, ma una regina severa e rispettosa delle tradizioni e dei costumi del proprio regno. Il contrasto è inevitabile. Contrasto comunque attenuato dall’amore che solo una madre ed una figlia possono condividere. Proprio questo amore è il fulcro centrale della storia. L’unico modo per placare una spirito ribelle è amarlo. Fargli capire che ciò che si fa, negativo o postivio che sia, lo si fa per il suo bene. E amando, crescere insieme. Crescere mentalmente, non fisicamente. E nel film, quando inizano i guai, questo diviene importantissimo.
Una storia del genere poteva essere narrata solo tramite la prospettiva femminile, per questo l’uomo ha un ruolo a dir poco marginale in questa pellicola. L’unica caratteristica che tutti i personaggi adulti maschili hanno in “Brave” è l’enorme ego, che li riduce a personaggi vagamente rintontiti e decisamente inferiori a Merida e alla madre. Solo Fergus il re, padre e marito si salva, perché solo in lui un vero uomo riesce a rispecchiarsi quasi pienamente. 
Quindi, qual’è l’inciampo? Una storia simile, comunque, qualcosa di “già visto” lo ha. Anzi, un po’ troppo di già visto, anche se torno a ripetere che la narrazione è decisamente sopra le
righe.
Tornando all’apparato tecnico, una menzione speciale deve essere fatta per la splendida chioma riccia rosso fuoco di Merida: un lavoro impeccabile. Per tutta la durata del film i suoi capelli lasciano a bocca aperta per quanto realisticamente e dinamicamente sono stati creati. 
D’altronde, la Pixar produce perfezione. La Pixar è un ponte tra realtà e fantasia addobbato di personaggi indimenticabili e storie commoventi.
Brave è l’ultima, meravigliosa decorazione di questo ponte (per ora).
Che aspettate? Andate ad attraversarlo.

Voto: 8/10

Luca Ceccotti

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