Sacro GRA: la recensione di Toninotre

Io siccome abito vicino al Grande Raccordo Anulare, ero curioso di vedere questo film, ma non mi è piaciuto. Senza offesa per chi di dovere, a me mi è venuta in mente la frase: non ha ne arte e ne parte. Non c’è un vero inizio, ne un proseguo e quindi non c’è una fine. I personaggi si fanno conoscere appena, ma di loro non si sa nulla. Il Raccordo Anulare di Roma non centra niente, cioè non ha nulla a che fare con i brevi racconti del film. Dicono che è un documentario, ma io dico di no; nei documentari infatti c’è sempre una voce esterna che spiega tutto quello che si sta vedendo.
Si vedono delle persone (i pseudo attori) che parlano tra loro. A questo punto chiunque di noi può accendere la propria macchinetta digitale e appoggiarla su un treppiedi e puntare l’obiettivo su un gruppo di anziani, o su un gruppo di ragazzi seduti su di un muretto, ed ecc per tanti altri esempi, e riprendere i loro discorsi mentre discutono dei loro disagi psicologici, della loro povertà, o di altro.. Dopo di che fare un collage dei ragionamenti più significativi, e affermare poi che è un documentario/film.
Comunque sia su youtube e sia su di alcune televisioni private, di questi filmati già ce ne sono moltissimi.
Non ho capito, tanto per fare un esempio, che centra il sole che diventa rosso, muovendosi pulsando, con il raccordo anulare (queste cose succedono alla Madonna delle tre Fontane all’Eur dove i credenti affermano che appare a volte anche la Madonna) ma nessuno, appunto come succede nei documentari, te lo spiega. Il film ha vinto un prestigioso premio, perciò quello che io dico è… mio! Io funziono ad emozioni.
Brevemente mi viene anche da aggiungere questo: a Roma (come a Napoli ed in altre città) si girano dei film quasi sempre ambientati in luoghi dove esiste la delinquenza, e storie simili. Sembra che tutti siamo e viviamo così.

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