Sotto assedio – White House Down: la recensione di Gabriele Ferrari

Qualche mese fa, Antoine Fuqua si divertì – meno del previsto, a dire il vero – a far esplodere la Casa Bianca, rapire il Presidente degli Stati Uniti e in genere minacciare la pace nel mondo con un po’ di sano terrorismo Eighties. Certo, i cattivi erano i nordcoreani e non i più classici russi, ma la struttura era quella, e a tirare il film verso il basso era più che altro l’eccessiva serietà del pacchetto, e la faccia di pietra con cui Fuqua metteva in scena situazioni di violenza estrema. La lezione era chiara: per girare un pop-corn movie così distruttivo non serve un autore, ma un mestierante dell’intrattenimento, uno specialista del cinema stupido e divertente e stupidamente divertente.

È qui che fa il suo ingresso in scena Roland Emmerich, che ha già fatto a pezzi la Casa Bianca due volte in carriera (Independence Day e 2012) e che, in Sotto assedio, dà sfogo a tutta la sua verve distruttiva senza preoccuparsi di buon senso, buon gusto e altri ammennicoli analoghi. Niente dichiarazioni politiche: qui i terroristi sono fascisti americani indignati per la scelta del presidente (Jamie Foxx, nientemeno, perché il presidente nero serviva) di ritirare le truppe dal Medio Oriente. Niente storie complicate o drammi familiari: John Cale (Channing Tatum, se il nome del personaggio vi ricorda i siete sulla strada giusta) ha appena fallito un colloquio per entrare nell’entourage del Presidente, ma approfitta della sua gita a 1600 Pennsylvania Avenue per farsi un giretto della Casa Bianca con la figlia. Ovviamente i terroristi scelgono quel momento per entrare in azione: Cale veste i panni dell’eroe, il Pres manda a quel paese il pacifismo e si scopre fan di granate e lanciarazzi, Emmerich getta la maschera e orchestra quasi due ore di scene spettacolari ed esplosive (in senso letterale), che pur non avendo la portata epica di un Independence Day non può che lasciare a bocca aperta.

Sempre che sia possibile ridere a bocca aperta: nonostante il tema apparentemente serissimo, Emmerich non è tipo da perdersi in riflessioni o da far soffocare il suo film nella tensione e nel pathos. Il regista tedesco vuole divertirsi e divertire, e il suo gusto per la distruzione non ha eguali nel panorama attuale. I dialoghi sono idioti? Di fronte a una scena come quella dell’inseguimento sul prato della Casa Bianca passa tutto in secondo piano. Il Presidente difende la pace facendo la guerra in casa propria? Pazienza, sono americani, ed Emmerich è tedesco e quindi slegato da ogni logica patriottica: la sua idea di divertimento è mettere un lanciarazzi in mano all’uomo più potente degli Stati Uniti ed Emmerich la persegue con tenacia e con la concentrata serietà di un bambino che gioca a far esplodere le macchinine.

Se Attacco al potere, quindi, era un esercizio di fantapolitica travestito da thriller, Sotto assedio è destruction porn con il bonus di essere ambientato in un luogo arcinoto – il che aggiunge al fattore divertimento. Con Emmerich è sempre così: sapete quello che comprate, e se non vi interessa vi conviene girare alla larga.

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Mi piace
Emmerich all’ennesima potenza. Jamie Foxx e i lanciarazzi. Channing Tatum è sempre più un credibile eroe di action/comedy.

Non mi piace
Vedi i “Mi piace”; questo genere di pellicole sono quello che in inglese si definisce “acquired taste”: se non vi è mai piaciuto, non sarà Sotto assedio a farvi cambiare idea.

Consigliato a chi
Alla categoria “fan di Emmerich”, con tutto quello che ne consegue.

Voto: 3/5

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