Tatanka: la recensione di Silvia Urban

Uno sparo. Le urla. Due giovani che scappano e trovano rifugio nella palestra Excelsior, «la tana dove si allevano i cuccioli della boxe». Per uno di loro, Michele (alter ego del pugile Clemente Russo che lo interpreta), quel luogo diventerà sinonimo di salvezza da una condanna che è insita nel Dna. Perché quando nasci a Marcianise sai già quale sarà il tuo destino. Sai già che la camorra entrerà prepotentemente nella tua vita, che qualche anno dietro le sbarre è d’obbligo («prima o poi ‘sto battesimo me doveva tocca’») e che non ci sarà nulla di “pulito” nella tua esistenza, nemmeno nelle amicizie. A meno che tu non abbia il coraggio di salire su un ring e iniziare a combattere.
Giuseppe Gagliardi, intessendo realtà e finzione, traduce in immagini le parole scritte da Roberto Saviano nel racconto Tatanka scatenato (uscito su L’Espresso nell’agosto del 2008 e poi raccolto nel libro La bellezza e l’inferno) dove l’autore racconta il riscatto dei pugili di Marcianise, dalla morsa della camorra al ring delle Olimpiadi, dimostrando ancora una volta quanto la boxe funzioni su grande schermo. Tantanka è un film intenso e insieme fragilissimo per quanto fragile è l’umanità che viene fotografata, così corrotta e minata fin dall’infanzia. Così istintivamente attratta dal male e vendibile, incapace di salvarsi da sola e bisognosa di qualcuno che abbia il coraggio di lasciarsi sfigurare pur di non piegarsi alle logiche della mafia. Gagliardi, anche visivamente, non rinuncia alla durezza e alla violenza radicate a Marcianise e in coloro che lì sono nati, facendo collidere le regole del clan con quelle del pugilato, la comodità delle armi e la fatica dell’allenamento, la spietatezza di fronte al dio denaro e il rispetto della sconfitta, l’amoralità e la lenta costruzione della vittoria.
Nei pugni di Clemente Russo, bravissimo, così come nei suoi silenzi e nelle sue “chiusure” (del resto la prima regola del pugilato è «non prenderle. Poi la seconda è darle»), si legge la rabbia di un’intera terra che cerca giustizia e non vuole smettere di sperare in un futuro diverso, migliore, pulito.

Guarda il trailer e leggi la trama di Tatanka

Mi piace
La performance di Clemente Russo e la durezza del film, capace di appassionare e commuovere

Non mi piace
Il rapporto tra Michele e le donne è l’aspetto meno sviluppato e per questo meno significativo del film

Consigliato a chi
Ha amato Gomorra e The Fighter

Voto
4/5

© RIPRODUZIONE RISERVATA