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The Amazing Spider-Man: la recensione di Paolo Sinopoli

Con The Amazing Spider-Man il regista Marc Webb ha tentato di ridefinire la nascita e l’evoluzione dell’Uomo Ragno. Chiaro l’intento di ispirarsi al Batman di Nolan, con una sceneggiatura più adulta, atmosfere dark e maggior spazio ai dialoghi. Dall’altra parte, però, i cinecomic Marvel devono anche avere un occhio di riguardo verso un pubblico più giovane, con sequenze action, parentesi romantiche e gag. Purtroppo il film resta a metà tra le due strade: ne esce una pietanza che non è né carne, né pesce.

Inevitabile il paragone con lo Spider-Man (2000) di Sam Raimi, che, se pure non riesce a reggere il confronto a livello di effetti visivi, vince sicuramente per coerenza della trama, ha un cattivo più coinvolgente (la performance di Willem Dafoe fa impallidire quella di Rhys Ifans) e una storia d’amore più intrigante e sofferta. The Amazing Spider-Man sarà anche più fedele ai fumetti di Stan Lee e Steve Ditko, con l’introduzione del personaggio di Gwen Stacy (Emma Stone) e l’invenzione dello spararagnatele, ma sicuramente pecca di originalità e in più di un caso si avverte la prevista sensazione di deja-vu. Del resto, anche se mescoli il minestrone, gli ingredienti restano sempre gli stessi.

È comunque da apprezzare il tentativo, tutt’altro che semplice, di riscrivere la storia di uno degli eroi più noti del panorama supereroistico. Uno degli elementi più intriganti della trama è, infatti, il passato oscuro dei genitori di Peter Parker (Andrew Garfield) e il mistero che avvolge la loro scomparsa, anche se con lo scorrere dei minuti finisce per sbiadire e cadere nel dimenticatoio. Molto curate le escursioni notturne di uno Spider-Man alle prime armi, tra criminali di basso profilo e la ricerca forsennata dell’assassino di zio Ben (Martin Sheen). Molto più corposa anche la presenza della polizia, che fa uscire a testa alta l’immagine delle forze dell’ordine di New York. Del resto, il capo dell’NYPD è nientemeno che il padre di Gwen Stacy, un uomo ruvido e determinato ad abbattere il vigilantes mascherato.

Per quanto riguarda i voli dell’Uomo Ragno, l’utilizzo massiccio di cavi nelle scene iniziali del film si è rivelata una scelta vincente, riducendo al minimo l’utilizzo della computer grafica. Poco convincente, invece, il rapporto tra Peter Parker e il Dr. Connors/Lizard (Rhys Ifans). Mentre nel primo Spider-Man di Raimi s’instaurava un rapporto di stima tra Peter e il malvagio Norman Osborn (Dafoe), qui la relazione tra i due viene ridotta a poche battute, in cui Peter si distingue semplicemente per il suo genio in campo scientifico. Poco verosimile anche il continuo via vai di Peter all’interno di uno dei grattacieli più misteriosi e presidiati di New York, ovvero quello delle Oscorp Industries. Parker entra ed esce dall’ufficio del Dr. Connors senza preavviso per tutta la durata del film. Per non parlare di come riesca ad infiltrarsi, in stile Ethan Hunt, all’interno di aree di massima sicurezza – tra porte dimenticate aperte e nomi falsi – per poi finire (stupidamente) morsicato da un ragno geneticamente modificato.

Nobile infine il tentativo di trasformare il cattivo di turno in un “villain dai superproblemi”, determinato a salvare l’umanità dalle malattie e dalla sofferenza. Purtroppo, però, il più delle volte viene ritratto come uno spostato mentale, che finisce per lavorare nelle fogne in un laboratorio sotterraneo. D’altronde chi non ha mai provato a fare esperimenti scientifici in mezzo a ratti e sporcizia? Perfetta, invece, l’alchimia tra Andrew Garfield ed Emma Stone, la vera coppia vincente del film, e non stupisce come i due abbiano fatto a innamorarsi sul set.

Capitolo 3D: ancora una volta non si riesce a ottenere il risultato sperato, inficiando drasticamente la luminosità delle immagini. In più di un caso ci si può togliere gli occhialini senza quasi notare la differenza. Molto meglio, invece, l’effetto sortito durante i combattimenti finali, dove assistiamo alle spettacolari evoluzioni aeree di Spider-Man, appeso alla sua ragnatela artificiale.

Leggi la trama e guarda il trailer

Mi piace:
La fedeltà ai fumetti, le incredibili acrobazie aeree di Spider-Man e il mistero che avvolge la scomparsa dei genitori di Peter Parker.

Non mi piace:
La trama non riesce ad amalgamarsi con la stessa linearità dello Spider-Man di Sam Raimi, Lizard appare come un cattivo senza spessore e il 3D è la solita macchina mangia-soldi.

Consigliato a chi:
Ama l’Uomo Ragno ed è curioso di riscoprirne le origini in una chiave decisamente più dark.

Voto:
3/5

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