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The Wolf of Wall Street: la recensione di MITICOMAURI

The Wolf of Wall Street: la recensione di MITICOMAURI

Due sono gli aggettivi che descrivono meglio, al termine di oltre tre ore di proiezione, le sensazioni che restano allo spettatore: Straordinario ed Eccessivo.
Straordinario è ancora una volta Leonardo Di Caprio. E sarà di fatto inspiegabile se ancora una volta l’Accademy si dovesse accanire e non attribuire a un genio del cinema mondiale il riconoscimento della preziosa statuetta cosi come già fatto dopo Departed, The Aviator e performance come Inception, Shutter Island, il Grande Gatsby o Jango e solo per citarne alcune..
Un Di Caprio straripante per il quale risulta anche difficile trovare aggettivi per descriverne la bravura. Sopra le righe, convincente e coinvolgente nella ricostruzione e riproposizione dell’eccessiva, perversa e immorale “Life-Story”di un personaggio degli anni ’90 e della sua ascesa e declino nel pericoloso e degradante mondo di Wall Street in cui avidità e cupidigia sono ragioni e peculiarità di una Vita in cui “Diventare ricchi, anzi i più ricchi è l’unico obiettivo, e non importa come”.
Decisamente un Di Caprio da Oscar, a fianco del quale meritano menzione in apertura di pellicola il monologo di un grandissimo Matthew McConaughey in grado di incollarti allo schermo nella descrizione, talmente surreale quanto tragicamente reale, che da di Wall Street ….e di Jonah Hill, che interpreta il braccio destro di Belfort, Donnie Azoff, a ragione, candidato all’Oscar come Miglior Attore non protagonista.
Questi Meravigliosi artisti trovano in Scorsese un superlativo direttore d’Orchestra in cui Eccessivo è l’elemento determinante e caratterizzante della pellicola, nell’uso delle droghe, nel sesso senza alcun sentimento in ogni dove e “in ogni come”, nella ricerca e conseguimento dell’arricchimento senza nessun tipo di scrupolo e senso di colpa, nella sistematica e oculata violazione della legge, legge degli uomini e della morale.
Eccessivo quanto convincente. Convincente tanto da superare l’accezione negativa del significato di eccessivo, riuscendo a trascinare lo spettatore dentro la storia, impedirgli di poter distogliere per un solo secondo lo sguardo dallo schermo, vivere la visione della pellicola come all’interno di un’eccitante, esilarante e allo stesso tempo demoralizzante montagna russa.
Quello che riesce a Scorsese con quest’opera è raccontare la megalomania di un Uomo senza voler dare nessuna lezione di morale, un Uomo che nel mezzo del suo tracollo psicologico arriva a implodere per la sua stessa avidità
La sapiente e grandiosa mano di Scorse consente allo spettatore di costruirsi convinzioni, opinioni e sentimenti propri, su una storia, che è l’eccesso e la punta di un Iceberg che nel mondo dell’alta finanza rappresenta ragioni e cause dello stato di cose dell’Economia mondiale attuale.
Si non ci sono dubbi. Ennesimo capolavoro del duo Scorsese-Di Caprio. Eccessivo, ma pur sempre e assolutamente, un Capolavoro.
Voto 9,5

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