Triste storia del pugile italo che coi suoi mezzi antidemocratici
violenze varie e caparbietà voleva aggredire l’avversario. Il suo
esistere, sarebbe come per un manipolo di scellerati voler
ridurre in miseria un cavaliere, accorgendosi di aver
ridotto un paese sul lastrico coi suoi cittadini
e vedere quel cavaliere con più soldi di prima, unico, più di prima
ne la galera ne altre cose serviranno, potrebbe fare burlesche più di prima
se ne faceva 2 a settimana adesso 4… come sempre per un risultato
non ufficilae magari, o 3/4 o quasi 6 anche di più
e i cittadini impoveriti col paese a
scannarsi fra loro facendo la figura di
san giustini della malora pensando al
6 giugno del 44 magari o del 45 vallo a sapere
e fino a 8 mila volte per risolvere il
nulla delle cupidigie proprie, la motta parte col
piede sbagliato tirando pugni all’avversario sbaragliando il
proselito cavallerizzo dell’avversario ma non essendo una cima
senza dare la stoccata personale si accorge di avere
fallito e di non avere la possibilità di impoverire l’unico e l’unica
cosa che doveva o proclamava di fare,
e si vede la sua abilità, essere un
fenomeno da circo, il paese lo compatisce ma neanche più di tanto
e quel sballato sogno e di togliere ai poveri per dare al ricco la possibilità
del gusto del suo capitale in santa pace col suo sorriso spesso
pensando a quei poveri bistrattati senza un motivo con
fatiche disumane o patetici sabotamento quelle del ring delle loro
teste dove i poveri non s’immedesimano nel sogno
arrendendosi alla realtà roba per ricchi ove ti è impossibile
diventarlo tipo un boxeur suonato senza un sogno, parlando
fra sè cercando qualcuno possibilmente voi con cui sfogare
quella patetica futile rabbia e irrisolutezza, esercendo
la fiction che siete per piacere altrettanto di qualcuno, col solito
tris patetico di minestre e la bella addormentata nel bosco
dove un presidente eletto da nessuno nomina senatore a vita
la befana o sua sorella magari
per seguitare a scocciarne uno eletto, un crudo film.