Un appuntamento per la sposa

Michal (nei cui panni si cala la bravissima Noa Koler) è una brava ragazza, molto credente, che di lavoro porta nelle scuole animali esotici a fini didattici, ma soprattutto in età da marito.

Nonostante l’osservanza della tradizione, Michal non vuole solo un marito, ma desidera anche l’amore e il rispetto che questo dovrebbe includere. E tutto sembrerebbe procedere per il meglio, senonché – a dispetto degli scongiuri della maga a cui si rivolge – viene piantata dal promesso sposo, mentre stanno definendo i dettagli del banchetto di nozze. Michal, un po’ per fede, un po’ per follia e un po’ per disperazione, prenota ugualmente il salone e decide che la sua fede verrà premiata e le farà trovare un nuovo marito in tempo per la data stabilita.

Il film da qui in poi segue le vicissitudini di Michal che si gioca il tutto per tutto in questa sorta di Mission impossible. E accompagna questo inedito archetipo femminile nel suo percorso a ostacoli verso la meta. Non sarà un sentiero facile il suo, con tutti che puntano contro di lei, perché dovrà contare solo sulle sue forze, sulla sua caparbietà e su quel pizzico di incoscienza di chi ancora la vita la deve percorrere tutta.

È un po’ un coming of age al femminile, un romanzo di formazione che esplora il percorso incidentato di una donna, che da una parte vuole forzare la vita e dall’altra non può far altro che arrendersi al suo corso.

La regista costruisce un personaggio unico nel suo genere, un role model imprevedibile, ma che offrirà non pochi spunti di riflessioni anche a una cultura lontanissima da quella ebraica e chassidica come la nostra. E lo fa, seguendola da vicino con affetto, senza mai giudicarla, alternando momenti molto divertenti (come quando è alle prese con i vari pretendenti) ad altri più delicati e toccanti. Un appuntamento per la sposa è una wedding comedy assolutamente sui generis che riconferma il talento straordinario di Rama Burshtein dopo La sposa promessa.

 

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