UN RAGAZZO D’ORO
Dopo il discreto successo del suo ultimo film per il grande schermo “Il cuore grande delle ragazze” (2011) Pupi Avati torna in cabina di regia con il film “Un ragazzo d’oro” , vincitore al Montreal World Film Festival in Canada del premio come miglior sceneggiautra.
Un momento un momento : miglior sceneggiatura, c’è qualcosa di strano.
Partiamo intanto da quello che strano non è, anzi, da un aspetto positivo del film, la trama : Davide Bias (Riccardo Scamarcio) è un ragazzo che lavora in ambito pubblicitario, è fidanzato con Silvia (Cristiana Capotondi) ma ha un grande sogno, quello di riuscire a vedere pubblicato uno dei suoi romanzi. Sogno che puntualmente viene disatteso dai continui rifiuti degli editori a cui Davide si propone. Il che non aiuta certo quel suo problema di ansia e insoddisfazione che riesce a tenere a bada solo con l’assunzione di pillole. Davide non ha mai avuto un buon rapporto con il padre, che viene a mancare poco dopo l’inizio del film, ma c’è una possibilità per riscattare tutto ciò : l’autobiografia del suo genitore, che il ragazzo deciderà di scrivere di suo pugno, per realizzare il sogno di vedere finalmente pubblicata una sua opera e di riabilitare la figura del defunto genitore.
Intraprendere questa sfida però, avrà il suo caro prezzo.
Eh si, almeno la trama, unita all’interpretazione di Riccardo Scamarcio, sono le uniche cose che si possono salvare in questo film in cui la storia poteva dar vita a tematiche e sviluppi interessanti, come quelli del rapporto padre figlio, le patologie e le problematiche all’ interno dell’attuale società dello spettacolo, l’omaggio al genere dei b-movies (il padre di Davide era infatti uno sceneggiatore).
Tutti spunti interessanti, ma poi ? E qui parte la lunga lista degli errori.
Primo: una colonna sonora che per la sua quasi totalità non è altro che un prodotto più adatto ad una modesta serie tv, considerando anche che in alcuni spezzoni del film le musiche disturbano anche i dialoghi tra gli attori : unica nota (musicale) a salvarsi il pezzo interpretato dal duo Raphael Gualazzi Erica Mou (Time for prayers), che viene però riproposto troppe volte durante il lungometraggio.
Secondo : vogliamo parlare del doppiaggio creato per Sharon Stone, (che nel film interpreta Ludovica Stern, una delle innumerevoli ma forse la più significativa relazione extra coniugale del padre di Davide) ? Meglio di no, stendiamo un velo pietoso.
Terzo : l’inutilità di alcune scene o di alcuni personaggi, messi lì a caso e che potevano essere anche non utilizzati , su tutti la scena della rissa a Villa borghese, e la figura dello studente che stava scrivendo una tesi sul padre di Davide.
Quarto : l’ultima considerazione è quella che sommando tutti questi elementi, si avvince che “Un ragazzo d’oro” non è un prodotto cinematografico, ma è molto più adatto per farne una soap per la tv, perchè in realtà è stato pensato come un film, ma è stato realizzato come una soap. Un gran peccato, perchè poteva venirne fuori un lavoro qualitativamente maggiore di quello che si è ineffetti realizzato.
L’interpretazione della Capotondi può meritare una sufficienza, ma non certo di più.
L’idea di partenza era più che buona, Scamarcio ha fatto a pieno il suo dovere e forse qualcosa di più, ma le musiche da soap, il doppiaggio irritante della Stone, e l’errore più volte ripetuto di aver inserito scene e personaggi senza un apparente motivo ma assolutamente a casaccio, non possono fare di questo film un buon prodotto.
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