Il Diario di Venezia 72 di Claudio Di Biagio, giorno 2: “tutti lasciano un commento qui”

La sala cinematografica spiegata come un video su Youtube

Il tema di questo festival sono le storie vere, le storie che la nostra realtà dovrebbe insegnare al cinema.

Bene, a proposito di questo devo dire che oggi mi ritengo soddisfatto di ciò che ho visto qui. Nel video vi anticipavo di aver visto cose belle e cose brutte, ecco ora vi spiego.

Innanzitutto a Venezia come negli altri grossi festival è di rito l’applauso a fine proiezione o i fischi. Questo effettivamente influenza l’esperienza, anzi per me che non sono mai stato ad una manifestazione come questa (questo è il secondo anno) è proprio destabilizzante, ma questa è la prassi e quindi mi godo l’energia di giornalisti e utenti del cinema e capisco anche di più.

È come se fosse Youtube al cinema: non c’è modo di fermare il parere, il feedback di chi ha speso tempo nel guardare il tuo prodotto e quindi vuole farti sapere subito cosa ne pensi, questa similitudine in effetti calza a pennello. Avete presente il commento “PRIMO!!” che trovate sotto tutti i video degli Youtubers? Ecco, qui facciamo lo stesso, mettiamo mi piace o condividiamo fuori dalla sala consigliando o meno il film ma soprattutto lasciamo un commento.

TUTTI LASCIANO UN COMMENTO QUI.

SEMPRE.

Detto questo potete capire quanto sia intenso assistere ad una proiezione qui al festival e quanto ti possa trascinare dopo l’esperienza. E come esistono i consigliati da Youtube qui esiste il programma giornaliero che ti guida tra le sale e che ti fa entrare in quel loop che abbiamo alle 4 di notte nel letto quando non riusciamo a dormire.

Spotlight, primo film della giornata che ho visto: INCREDIBILE. Un film dalla costruzione classica, un’inchiesta giornalistica realmente accaduta sugli scandali dei preti pedofili nella città di Boston, la sezione investigativa del Boston Globe (uno dei giornali più importanti della città) inizia un’indagine su alcuni preti portando alla luce una verità sconvolgente e molto più importante del singolo tragico episodio iniziale. Attori incredibile (Ruffalo, McAdams, Keaton), personaggi stupendi, sceneggiatura scritta in modo semplice e diretto, ti fa seguire la vicenda, non distrae e soprattutto riesce a tenere le redini di molti nomi e personaggi da ricordare. Il tempo è importante, importantissimo e infatti siamo agli inizi del 2000, l’attacco alle torri gemelle, l’arrivo di Internet che sconvolge il giornalismo e la tempistica con cui sei sulla notizia, davvero delizioso.

Francofonia: qualcuno di voi conosce Sokurov? Un genio, un pazzo, un cineasta che non ha simili a mio parere. Realizza L’Arca Russa, un film totalmente girato nel palazzo reale della Russia per raccontare tutta la successione degli eventi storici del Paese e ora è qui a Venezia con un film girato interamente in un museo che indaga la Francia occupata dai Tedeschi durante la Seconda Guerra Mondiale. È davvero un film lento e non è sempre un male dire questo, bisogna essere preparati ad una grande metafora sull’importanza della nazione in base al proprio valore artistico.

La cosa divertente è sentire i giornalisti e gli utenti fuori la sala parlarne come se fossero stati abbagliati e ricordare le loro facce dentro la sala con la bavetta e gli occhi chiusi. Ma ci sta.

E poi ecco la cagata: LOOKING FOR GRACE. Non dico altro, solo che è in concorso e sembra una versione fatta male e senza corpo di Crash di Haggis che esisteva più o meno vent’anni fa. Potevate risparmiarvelo.

Signori, io vado, devo andare a vedere Black Mass, di cui parlerò ne #ilmiocinema, direi che anche oggi un pezzettino ve l’ho regalato, a domani!

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