Man Kind Man: tre uomini, due tartarughe e una triste storia di distruzione al Biografilm Festival

Il crudo racconto di come l'uomo distrugge la natura e le storie di coloro che utopisticamente provano a cambiare le cose

man kind man
PANORAMICA
Regia (3)
Sceneggiatura (2.5)
Montaggio (3)
Direzione della fotografia (4)
Colonna sonora (3.5)

In anteprima mondiale, al Biografilm Festival – International Celebration of Lives 2021 è stato mostrato Man Kind Man, documentario realizzato da Iacopo Patierno in collaborazione con Rai Cinema. Fa parte del concorso Biografilm (le altre due categorie sono Contemporary Lives e Concorso Internazionale) ed alterna dolci carezze a schiaffi in piena faccia.

Per parlare dello squilibrato rapporto uomo-natura si possono assumere molti punti di vista: Man Kind Man sceglie quello di due tartarughe portate alla Stazione Zoologica di Napoli Anton Dohrn e di tre uomini che provano a fare la differenza nella battaglia tutta interna all’umanità per invertire la rotta e smettere una volta per tutte di distruggere il pianeta in cui viviamo.

Lo scontro è quello tra la mankind, la razza umana che guarda avanti senza curarsi di cosa si lascia alle spalle (rifiuti, plastiche, reti, qualsiasi cosa) e il kind man, l’uomo probo che armato di una utopia donchisciottesca tenta di arginare questa marea di incurante inquinamento. Tra i tre hidalgo c’è Aniello, che percorre il fiume Sarno ammirandone la bellezza e piangendone il degrado allo stesso tempo; c’è Luca, che una bottiglia di plastica alla volta prova a restituire a Castellammare la sua spiaggia, sulla cui sabbia negli anni ’80 è stato sversato tanto terreno da oscurarla per sempre; infine Franco, in simbiosi col mare, dal quale trae la sua eco-arte fatta di plastiche e materiali recuperati.

Sarebbero “solo” tre storie di uomini qualsiasi se contemporaneamente non ci venisse mostrata, con uno sguardo nient’affatto indulgente, la sofferenza di due Caretta Caretta portate al Centro Ricerche Tartarughe Marine. Sono mal ridotte, ferite, hanno ingoiato plastiche e salvarle è tutt’altro che scontato. È grazie al loro triste e crudo racconto se le utopie dei tre uomini ci sembrano necessarie e coraggiose.

Curando le tartarughe, il fiume, il mare e la spiaggia, questi uomini curano loro stessi: l’equilibrio tra uomo e natura coinvolge lo spirito, lo rinfranca. Man Kind Man però è come il mare: per ogni onda che porta meraviglia, la marea si ritira e lascia spazio alla rabbia per lo sporco e lo schifo che siamo in grado di creare.

Il tutto è mostrato attraverso una regia fatta di inquadrature molto strette, grazie alle quali il regista Iacopo Patierno (la cui predilezione per il racconto dolceamaro si è già vista nella serie web Italia Sicilia Gela) ci tiene vicini alla storia, sia nei momenti toccanti che in quelli in cui vorremmo solo guardare dall’altra parte. A traghettarci lungo questo fiume di emozioni c’è anche la colonna sonora di Mario Mariani: artista e compositore non convenzionale che in questo caso interviene per far riecheggiare il senso malinconico delle vicende.

In Man Kind Man c’è tutto quello che Emil Cioran intendeva dire quando ha scritto che «Permettendo l’uomo, la natura ha commesso molto più che un errore di calcolo: ha commesso un attentato contro se stessa». Fa male ed è giusto sia così.

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Foto: Biografilm

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